Occorre fare di più, e presto, per ridurre le emissioni di gas serra in Europa. Lo ha capito bene il Parlamento Europeo che ha approvato l’8 ottobre scorso la legge sul clima, «una pietra miliare di tutto il Green Deal Europeo» come l’ha definita Eleonora Evi, eurodeputata del M5S, appartenente alla Commissione ambiente, «perché nata con l’obiettivo di traghettare l’Europa verso il traguardo del primo continente climaticamente neutro, ovvero emissioni nette pari a zero, entro il 2050». «Adesso gli Stati membri, prosegue, dovranno ridurre le emissioni del 60% entro il 2030, adottare strategie vincolanti di adattamento al cambiamento climatico, mentre la Commissione europea dovrà modificare e rendere coerenti con i nuovi obiettivi tutti i fondi e gli strumenti dell’Unione. Andrà definito anche il bilancio per i gas serra entro fine 2021, perché dovrà essere la base per la traiettoria di riduzione delle emissioni e per l’obiettivo al 2040. Adesso il Consiglio Europeo deve rispettare la posizione del Parlamento europeo, sminuirla porterebbe a gravi conseguenze per il pianeta stesso, come d’altronde afferma la comunità scientifica».

Come si pronuncerà il Consiglio europeo?

Reputo che il Consiglio, con la guida della presidenza tedesca, voterà per una diminuzione delle emissioni del 55% entro il 2030. Si tratterebbe sicuramente di un passo avanti rispetto all’attuale obiettivo del 40%, ma non sarà abbastanza per fermare i danni irreversibili del cambiamento climatico. Io avevo presentato degli emendamenti per chiedere una riduzione delle emissioni del 65% entro il 2030 e per aggiungere la neutralità climatica entro il 2040, solo così avremmo potuto tutelare il nostro pianeta e limitare l’aumento delle temperature globali in linea con gli impegni internazionali presi a Parigi.

L’Italia che ruolo sta giocando in Europa su questo tema?

Nel Consiglio europeo l’Italia è tra gli stati più impegnati nella lotta al cambiamento climatico e sono certa che il ministro dell’ambiente Costa non accetterà alcun compromesso al ribasso. Ma non basta, bisogna convincere i Paesi dell’est Europa, tra i più scettici, a prendere impegni concreti. Dopo il voto favorevole del Parlamento Europeo la palla ora passa al Consiglio e infine, per adottare definitivamente la legge sul clima bisognerà trovare un testo di compromesso tra Parlamento europeo, Stati membri e Commissione. E non sarà un accordo facile.

Per raggiungere gli obiettivi della diminuzione del 60% delle emissioni di gas serra entro il 2030 quali saranno le strategie da mettere in campo?

Il primo passo è l’abbandono di tutte le fonti fossili, incluso il gas, e i relativi sussidi. In secondo luogo ridurre il nostro fabbisogno di energia puntando sull’efficienza energetica in tutti i settori, dai trasporti, all’industria al residenziale, il superbonus 110% è una misura all’avanguardia che ha reso l’Italia un esempio in Europa. L’energia di cui abbiamo bisogno deve essere prodotta esclusivamente da fonti rinnovabili e, condizione essenziale, in modo distribuito e decentralizzato, assicurando ai cittadini, singolarmente o riuniti in comunità energetiche, il diritto, oggi sancito dalle regole europee, di produrre, stoccare e autoconsumare energia. Occorre accelerare la transizione ecologica verso un’economia circolare efficiente nell’uso delle risorse e verso sistemi alimentari davvero sostenibili. Ancora oggi vengono sussidiate pratiche agricole e di allevamento intensivo che, oltre a inquinare aria, acqua, suolo, contribuiscono alla diffusione del fenomeno della resistenza agli antibiotici. Dobbiamo anche cambiare il nostro attuale sistema basato sull’estrazione delle risorse, produzione, consumo e creazione di rifiuti e adottare invece sistemi circolari basati sul riutilizzo di risorse e sulla prevenzione dei rifiuti.