Come cambierebbe la nostra vita se già a scuola, dalla materna al liceo, venisse insegnata l’ecologia o, meglio, venissero forniti ai giovani gli strumenti per conoscere le leggi naturali che regolano la circolazione della materia e il ciclo della vita sul pianeta terra? Impareremmo così che i fondamentali dell’ecologia non possono essere liberamente modificati senza pagare un prezzo molto elevato in termini di distruzione degli habitat, salute pubblica e vite umane, come dimostra oggi il riscaldamento climatico. E la nostra vita cambierebbe anche di più e in meglio, se almeno a partire dalla scuola media venisse introdotto un corso di ecologia politica, per capire perché ogni scelta politica dovrebbe essere verificata con le leggi dall’ecologia, così da essere ecologicamente e socialmente sostenibile.

In un recente intervento su questo giornale (Il Gambero Verde n.10, anno II, il manifesto 8 marzo 2018) si racconta che la crescita e il declino delle specie animali sono regolate dal «principio ecologico di concorrenza esclusiva», formulato nel secolo scorso dallo studioso sovietico Giorgii Gause, formalizzato in equazioni da matematici del calibro di Vito Volterra.

Questo principio stabilisce che quando due specie vivono in uno stesso spazio limitato con risorse limitate di cibo e acqua, si danno tre casi: convivono spartendosi lo spazio e le risorse, oppure una specie si appropria di una quantità maggiore di spazio e risorse, e allora l’altra specie finisce per scomparire. Ma può succedere anche che entrambe le specie muoiano avvelenate dai loro rifiuti, che causano inquinamento e avvelenamento.
Questa possibile situazione, basata sulle leggi dell’ecologia, dovrebbe essere tenuta presente nella discussione sulla guerra commerciale avviata ora dal presidente degli Usa, con i dazi su acciaio e alluminio contro tutti i paesi, a parte quelli amici come Canada e Messico (che fanno parte del Nafta, da rinegoziare in senso più favorevole agli Usa).

La ragione addotta è la sicurezza nazionale e la difesa dei posti di lavoro statunitensi. L’Unione europea e altri paesi sostengono di essere anche loro amici degli Usa, e chiedono perciò di essere esentati dai dazi, sperando che questo basti a difenderli sia dall’aggressività di The Donald sia dalla «morte naturale» di entrambi i contendenti. La conoscenza dell’ecologia sarebbe utile, anzi necessaria, per affrontare il problema, andando ben oltre l’economia e l’economicismo dominanti.