La volontà di una classe politica di perseguire un obiettivo si misura con gli impegni che prende e le risorse economiche che destina al raggiungimento dell’obiettivo. Da questo punto di vista, le manovre contenute nel Bilancio di previsione di un Paese non mentono. Non è un caso che dal 1999 la campagna Sbilanciamoci, che riunisce 49 organizzazioni della società civile impegnate sui temi della spesa pubblica, analizza la Legge di bilancio e presenta una Controfinanziaria, manovra alternativa a saldo zero con proposte puntuali e attuabili a favore di uno sviluppo equo e sostenibile. E come ogni anno il Wwf Italia, che di Sbilanciamoci fa parte, nell’ambito delle audizioni nelle commissioni parlamentari sulla predisposizione del Bilancio di previsione, ha presentato le sue valutazioni su cinque diversi settori di intervento in campo ambientale: energia e clima, sviluppo sostenibile, tutela del territorio, infrastrutture e tutela della biodiversità. E il quadro che ne viene fuori non è rassicurante.

ENERGIA E CLIMA. In assenza di un disegno strategico da attuare progressivamente, vista la poca efficacia della proposta di Piano per la Transizione Ecologica ancora in discussione, la Manovra 2022 presenta interventi in alcuni casi contraddittori, se non addirittura contrastanti con l’obiettivo di decarbonizzazione. Eclatante l’assenza di qualsiasi proposta di progressivo superamento dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (Sad), attesa dal 2019 quando fu istituita un’apposita Commissione.

IL G7 DEL GIUGNO SCORSO ha sancito l’impegno dei Paesi che ne fanno parte a eliminare i sussidi ai combustibili fossili entro il 2025: per rispettare l’impegno si dovrebbe agire subito e invece nella Manovra del prossimo anno, non solo non si dice nulla su come almeno ridurre i 19,8 miliardi di euro di Sad ancora esistenti in Italia, ma si continua a finanziare l’autotrasporto con circa 1,8 miliardi, senza peraltro indicare come gestire la trasformazione del comparto.

PESSIMA POI LA SCELTA di destinare, a quanto risulta, parte del Fondo per il sostegno alla transizione industriale anche a finanziare il sequestro della CO2, scelta tecnologica dimostratasi inefficace, economicamente catastrofica e inutile per la decarbonizzazione.

DISCORSO A PARTE MERITA il Superbonus del 110% per il quale dal 2022 si propongono la riduzione dei beneficiari e alcuni correttivi antitruffa, dimenticando però di accentuare i requisiti ambientali dei parametri per la sua concessione per farne uno strumento realmente valido per contrastare i cambiamenti climatici.

SVILUPPO SOSTENIBILE. Le risorse destinate a questo scopo nella Manovra 2022 sono scarse, se non risibili. Alla voce Interventi per la promozione dell’economia circolare e politiche per la gestione dei rifiuti sono assegnati 114 milioni di euro, mentre poco più di 10 milioni di euro sono genericamente destinati alla promozione dello sviluppo sostenibile. Pochi fondi, quindi, a cui si accompagnano scelte sbagliate – per le loro ricadute negative sull’ambiente e sulla salute – come un nuovo slittamento di un anno dell’efficacia della plastic tax e della sugar tax.

TUTELA DEL TERRITORIO. L’Italia è un Paese fragile: il 16,85% del suo territorio risulta classificato a maggior rischio per frane e alluvioni e il 91% dei comuni è esposto a forme più o meno marcate di rischio idrogeologico. Nella consapevolezza che l’artificializzazione del suolo, in piena emergenza climatica, ha un effetto amplificatore degli eventi meteorologici estremi, nella Manovra 2022 alla tutela dell’assetto idrogeologico si destinano 445 milioni di euro: cifra ragguardevole, anche se non proporzionata a quanto sarebbe necessario destinare ogni anno nella Legge di bilancio per la manutenzione del territorio al fine di prevenire i danni a cose e persone.

L’ITALIA INFATTI CONTINUA ad investire principalmente nella gestione dell’emergenza con quasi 513 milioni al coordinamento del Sistema di Protezione Civile. Positivo l’aumento dei fondi assegnati agli enti locali anche per la progettazione di interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, così come gli oltre 51 milioni per interventi di risanamento ambientale e bonifiche o i 300 milioni destinati alla rigenerazione urbana anche dal punto di vista ambientale.

INFRASTRUTTURE. Spesso i progetti infrastrutturali vengono individuati senza verificare il calcolo costi-benefici dal punto di vista economico, sociale e ambientale e o la fondatezza dei piani finanziari a giustificare l’investimento pubblico. È quanto sembra accadere per i 5 miliardi di euro destinati nella Manovra dal 2022 al 2035 ad opere per l’Alta Velocità e l’Alta Capacità sulla linea adriatica ferroviaria, su cui già vi sono interventi di velocizzazione molto efficaci di circa 1 miliardo nell’ambito della «rete snella» voluta dall’allora Ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture Graziano Delrio. Paradossali, anche perché in contrasto con gli obiettivi di decarbonizzazione, i contributi alle reti autostradali come i 200 milioni dal 2022 al 2027 alla Regione Emilia-Romagna per la realizzazione dell’autostrada regionale Cispadana. Infine, appare ingiustificabile l’ulteriore finanziamento alle Olimpiadi Invernali 2026: altri 81 milioni per ogni anno dal 2022 al 2024 per la realizzazione di infrastrutture a cui nel 2019 sono stati già destinati oltre 900 milioni (e pensare che i giochi dovevano essere «a costo zero» per lo Stato e il territorio!).

TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ. Le Strategie europee per la Biodiversità e per la Filiera agroalimentare (Farm to Fork), elaborate a maggio 2020 dalla Commissione europea in base al Green Deal, prevedono impegni al 2030 finalizzati a proteggere almeno il 30% delle aree terrestri e marine dell’Unione Europea, creare un regime di protezione integrale per 1/3 delle aree protette, gestire almeno il 25% dei terreni agricoli ad agricoltura biologica, ridurre del 50% l’uso di pesticidi chimici. Ma nel disegno di Legge di bilancio 2022 di tutto ciò non vi è traccia e non si fa alcun sostanziale passo avanti per la tutela della biodiversità, a cui viene destinato un desolante stanziamento complessivo di 356 milioni di euro (1% dell’intera Manovra), né d’altra parte si propongono strumenti innovativi di sostegno all’agricoltura biologica o norme che disincentivino l’uso dei pesticidi chimici.