Un passo alla volta. E non nella stessa direzione. Mentre tiene in piedi la trattativa con Berlusconi per importare il sistema elettorale tedesco e, in cambio, anticipare all’estate lo scioglimento delle camere, il Pd renziano approva con l’appoggio della Lega e dei verdiniani – e il voto contrario dei berlusconiani – un testo base diverso in commissione affari costituzionali della camera. La proposta del relatore Pd Fiano è un finto Mattarellum con un solo voto e dunque una forte impronta maggioritaria. Infatti piace ai nostalgici del bipolarismo e delle coalizioni, come Prodi e Pisapia che si fanno sentire per cercare di stroncare le trame tra Renzi e Berlusconi. Intanto il testo Fiano non si può certo dire che dispiaccia al segretario Pd, infatti viene fuori dalla sua cerchia stretta. Ma più di ogni altra cosa lo attira il miraggio del voto in autunno.

Eppure siamo ormai a fine maggio, per votare prima dell’inizio della sessione di bilancio (quella che Renzi non vuole caricare sulle spalle del Pd) bisognerebbe sciogliere le camere (Mattarella acconsentendo) ad agosto. E allora la legge elettorale dovrebbe mettersi a correre a partire da subito, da questa settimana (termine per gli emendamenti venerdì, tranne per il relatore Pd che potrà presentarli anche in seguito). Ma se alla camera i numeri offrono una certa tranquillità al Pd, al senato non è così. Al senato non si possono escludere incidenti e rallentamenti, vista l’ampia schiera degli scontenti.
Il voto anticipato con una nuova legge elettorale resta un’ipotesi improbabile, malgrado tutte le voci sul nuovo patto del Nazareno. Oltre tutto sia nel caso del testo Fiano sia nel caso del sistema tedesco andrebbero disegnati i collegi, operazione che porta via qualche settimana (anche più delle sei settimane previste dai testi di legge).

Il tatticismo spinto di Renzi si sta avviando a produrre proprio questo risultato. Le tante proposte avanzate e poi rinnegate lasciano sul campo il sistema non omogeneo di due leggi elettorali diverse per camera e senato, quelle che sono adesso in vigore e che per il Quirinale andrebbero «armonizzate». Ma anche questa non è un’ipotesi disprezzata dal segretario Pd. Il voto di ieri in commissione, allora, fotografa un paradosso: è il primo passo in avanti sulla legge elettorale dopo quattro mesi e mezzo di stallo, ma nessuno lo prende sul serio. Tanto che si preoccupano quelli che in teoria dovrebbero sostenere il sistema approvato ieri – Prodi: «La legge elettorale proporzionale devasta il paese, gli accordi li vedremo dopo le elezioni purtroppo»; Pisapia: «Una legge proporzionale aprirebbe la via a un governo di larghe intese» – e si fanno prudenti i suoi sostenitori – il relatore Fiano: «Siamo disponibili al dialogo», il capogruppo Pd Rosato: «È un punto di partenza, cercheremo di allargare il consenso».
Allargare il consenso significherebbe in pratica accogliere gli emendamenti di Forza Italia che possono trasformare il testo Fiano nel modello tedesco, mantenendo lo sbarramento alto che interessa a Renzi e piace anche a Berlusconi. Il sistema tedesco prevede sì che il 50% dei seggi sia assegnato con l’uninominale, che è un sistema che non piace per niente a Berlusconi. Il leader di Forza Italia ha un problema simile a quello del M5S, sente che nella sfida personale i suoi candidati sono destinati a perdere con quelli del Pd. Ma il vantaggio per il Cavaliere e per Grillo è che il numero di posti che i loro partiti conquisteranno in parlamento è deciso dal voto per la lista. Ragione per cui avere dei candidati deboli ha l’unico effetto di affidare la selezione dei deputati e dei senatori unicamente alla parte proporzionale. Cioè ai listini bloccati, che è quello che vogliono.

Argomenti del genere inducono a credere che il giudizio sul sistema tedesco dei grillini, e anche di Mdp, potrebbe cambiare in futuro. Difficilmente potrà rientrare Alfano, posto che la soglia di sbarramento al 5% pare sia un punto irrinunciabile tanto per Renzi quanto per Berlusconi. Ammesso però che l’ipotesi prenda corpo. A oggi la sensazione è che anche le contorsioni sulla legge elettorale siano alimentate dal segretario Pd per destabilizzare la maggioranza e il governo. Dovesse riuscirgli la costruzione dell’incidente e la corsa alle elezioni anticipate si voterà con il sistema che sarà pronto al momento. Lo stesso, per quanto zoppo e inaffidabile, in vigore adesso