Ai blocchi di partenza della discussione parlamentare sulla legge di bilancio la maggioranza si è presentata in ordine sparso e rissoso. Le forze politiche che sostengono il Conte Bis hanno depositato ieri quasi 1700 emendamenti (1680 su 4550) in commissione Bilancio al Senato. Tra i 230 dei renziani di Italia Viva c’è l’abolizione delle pensioni «quota 100» per finanziare con 8,3 miliardi l’assegno unico per le famiglie, l’abolizione totale delle micro-tasse plastic e sugar tax e sulle auto aziendali e, tra l’altro, i voucher di 10 euro per lavori occasionali (colf, badanti) per compensi annui non superiori ai 7 mila euro.

Di tutt’altro segno sono gli emendamenti sulle tasse ad hoc presentati da Pd e Cinque Stelle. Il primo è stato il più prolifico; ha presentato 900 emendamenti e punta a modificare le microtasse che hanno scatenato la tempesta nel bicchiere d’acqua – «il 5% della manovra» ha detto il ministro dell’economia Roberto Gualtieri. Un emendamento a prima firma di Andrea Marcucci prevede che l’imposta sulle bevande con zuccheri aggiunti sia ridotta da 10 a 8 euro a ettolitro e da 0,25 euro a 0,20 euro per chilogrammo per i prodotti da diluire. Si chiede inoltre di far slittare l’imposta al primo febbraio. L’intervento ridurrebbe gli incassi previsti dalla «sugar tax» di circa 68 milioni nel 2020. Si stimano non più 214 milioni ma 145,6, mentre per il 2021 si passa da 305 a 252,6 milioni.

LE ALTRE TASSE del conflitto tra giallorossi saranno riviste: la plastic tax passerebbe da 1 euro al chilo a 0,80 euro. Non sarà applicata sui prodotti che contengono una quota di compostabile. Si parte da un minimo del 60% nel 2020 al 70% nel 2021, fino a un massimo dell’80% nel 2022. Stessa sorte per le tasse sulle auto aziendali: la soglia del 30% scenderà al 15% per quelle a trazione elettrica e ibrida termoelettrica. Introdotta per le auto diverse da queste, una soglia al 40 per cento in caso di emissioni di biossido di carbonio fino a 95 grammi per chilometro. Restano la soglia del 60% fino a 160 grammi per chilometro e al 100 per cento in caso di emissioni superiori. La richiesta del premier Conte ai partiti di ridurre le tasse anche sulle auto aziendali, introdotte dal suo governo, sembra essere stata realizzata. «Siamo più ambiziosi» ha chiesto il premier. «Se hanno cambiato idea è solo una buona notizia per l’Italia. Questo deve essere governo NoTax» ha commentato Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva che chiede l’abolizione, non la riduzione delle misure. «C’è qualcuno che deve avercela con i pensionati e con l’ambiente. Continuo a sentire provocazioni di ogni genere» ha commentato il ministro degli esteri Luigi Di Maio. Un clima non proprio conciliante quello tra renziani e Cinque Stelle. Di Maio ha accolto l’appello di Conte e ha fatto la promessa sempre verde: abbassare le tasse «aumentando il taglio agli sprechi». Convocata una riunione tra i ministri M5S per trovare la quadra.

TRA I 400 EMENDAMENTI presentati da questi ultimi ci sono quelli sulla plastic tax: da escludere su prodotti monouso biodegradabili o quelli che contengono almeno il 25-20% di plastica riciclata. Sulle auto aziendali si chiede una stretta sui nuovi contratti stipulati dal prossimo primo gennaio. Interessante l’emendamento dei Cinque Stelle che modifica la sospensione attualmente prevista per chi riceve il cosiddetto «reddito di cittadinanza» e continua a lavorare saltuariamente con redditi «marginali». Il sussidio potrebbe essere sospeso per la durata del contratto subordinato di breve durata. Se il lavoro si protrae oltre la fine dell’anno in cui è iniziato resta la decadenza. Potrebbe essere un segnale minimo di evoluzione di una misura rigida e penalizzante (se e quando andrà a regime).

TRA I 150 emendamenti presentati da Liberi e Uguali da segnalare quello che estende la quattordicesima ai pensionati e per una nona salvaguardia per seimila esodati, per aumentare i fondi per il personale della sanità e norme per la decarbonizzazione e contro i sussidi ambientali dannosi. Trasversale ai partiti è la richiesta di ripristinare il fondo per gli affitti e intervenire sull’edilizia popolare.
I GRUPPI annunceranno domani gli emendamenti «segnalati» che intendono portare avanti. Dalla prima scrematura ne avanzeranno 500 o 600. Venerdì, probabilmente, inizierà la discussione. La settimana prossima potrebbero iniziare le votazioni. La legge di bilancio è attesa in aula al Senato il 3 dicembre per compiere il primo passaggio parlamentare.