«Il problema ora è cosa fare con questi soldi. Come programmare un intervento strutturale che produca effetti positivi». Lo diceva, già lo scorso maggio, il Direttore generale per il cinema del Mibact Nicola Borrelli in un’intervista su «8 1/2». I soldi in questione sono il 3% dell’ex FUS, oggi Fondo per il cinema e l’audiovisivo istituito dalla neonata Legge Cinema e che disporrà di non meno di 400 milioni l’anno.

Si tratta quindi di dodici milioni di euro per la promozione, recita la legge (articolo 10) di «programmi di educazione all’immagine nelle scuole di ogni ordine e grado, con riferimento, in particolare, al potenziamento delle competenze nei linguaggi audiovisivi, sia sul piano dell’acquisizione delle conoscenze e delle capacità critiche sia in relazione all’utilizzo delle relative tecniche, attività di formazione specifica nelle discipline del cinema e del settore audiovisivo negli istituti e nelle scuole di alta formazione artistica, musicale e coreutica, nonché (…) corsi di formazione nelle discipline del cinema e del settore audiovisivo nelle scuole di ogni ordine e grado».

È quella che dall’Unione Europea viene definita Film Literacy, e sostenuta con un bando del Programma Europa Creativa per l’alfabetizzazione al cinema e all’audiovisivo – la stessa educazione all’immagine che nel 1999 spinse i ministri De Mauro e poi Berlinguer a varare il Piano Nazionale per la Promozione della Didattica del Linguaggio Cinematografico e Audiovisivo nella Scuola – che però è stato realizzato solo frammentariamente, a partire dai «buoni propositi» di alcuni istituti anziché in modo strutturale.

Già nel 2015 la cosiddetta Buona Scuola aveva previsto un «potenziamento» nell’insegnamento del cinema e dei «media di produzione e diffusione delle immagini e dei suoni», ma non metteva a disposizione incentivi economici per raggiungere lo scopo, demandato alle risorse delle «istituzioni scolastiche».

Un vuoto colmato oggi dai 12 milioni della Legge Cinema, anche se, per il momento, in assenza di un chiaro piano d’intervento, ancora in corso d’opera: nel febbraio 2016 Mibact e Ministero dell’Istruzione hanno infatti lanciato il Piano Nazionale per il Cinema a Scuola, che prevede oltre alla formazione dei docenti «la definizione delle Linee Guida per la didattica del linguaggio cinematografico a scuola , il lancio di una piattaforma web attraverso la quale verrà proposto alle istituzioni scolastiche un archivio di film, schede critiche e sinottiche, la diretta streaming di incontri speciali dedicati alle scuole etc., e diversi strumenti e programmi operativi utili alle Istituzioni Scolastiche per inserire efficacemente la didattica del cinema all’interno dei percorsi educativi».

Piano partito in via sperimentale da ottobre 2016 nelle scuole romane e di tutta la regione Lazio con «Scelte di Classe. Il cinema a scuola», laboratorio lungo un anno con lezione inaugurale, trasmessa appunto in streaming, di Matteo Garrone.
Ma un vero e proprio intervento strutturale è ancora tutto da programmare.