Si terranno domenica prossima le elezioni regionali in Basilicata. I 460.000 lucani chiamati alle urne, stretti tra gli scandali, il palcoscenico internazionale di Matera 2019 e la questione ambientale legata alle estrazioni petrolifere, potranno scegliere in un unico turno presidente e componenti del prossimo consiglio regionale tra quattro proposte. Si contano infatti sulle dita di una mano i candidati in lizza per la carica di governatore del cosiddetto «Texas d’Italia», e per la prima volta il presidente potrebbe non essere un esponente del centrosinistra.

SECONDO I BOOKMAKER, il centrodestra sarebbe in vantaggio. Il candidato di Salvini e Berlusconi, in queste strana campagna elettorale che ha preso avvio mentre il governatore in carica, il dem Marcello Pittella, era ai domiciliari per uno scandalo sulle nomine nella sanità, è un ex-generale della Guardia di Finanza, Vito Bardi. Tirato fuori dal cilindro berlusconiano, l’anziano graduato della finanza potrà beneficiare, oltre che del vento in poppa del nuovo leghismo nazionalista ripulito dagli accenti padani più indigesti, del sostegno di una serie di transfughi del centrosinistra. E’ il caso dell’ex assessore ai trasporti della giunta Pittella, Nicola Benedetto, dimessosi dalla sua carica l’anno scorso per presentarsi con il centrodestra alle politiche. Benedetto, una sorta di globtrotter della politica lucana, piegato e rimesso nel cassetto il sogno per lungo tempo accarezzato di uno scranno a Palazzo Madama, non è candidato, ma attraverso il movimento di cui è leader, Idea, sta appoggiando Bardi.

STESSO DISCORSO va fatto per Piergiorgio Quarto, fino a pochi mesi fa presidente della Coldiretti regionale e candidato in pectore del centrosinistra. Dopo settimane di tira e molla, di fronte alle resistenze dell’ex-governatore a lasciare il campo, Quarto ha accettato la candidatura per il centrodestra nelle liste che sostengono l’ex-generale Bardi. Questi ultimi rappresentano solo due esempi di una galassia che, resasi conto che gli equilibri stavano cambiando, ha deciso di migrare a destra. La campagna elettorale aggressiva di Salvini, che sta battendo palmo a palmo la regione, incontrando spesso contestazioni della piazza, potrebbe fare il resto. Anche perché, alle titubanze dei 5 stelle, il leghista oppone un fermo sostegno alle estrazioni di idrocarburi, dei quali la Basilicata detiene la più grande riserva nazionale e grazie ai quali la regione ha ricevuto svariati miliardi di royalties dalle compagnie petrolifere.

IL CENTROSINISTRA, invece, presenta come candidato un semi-sconosciuto farmacista di Potenza, Carlo Trerotola. Noto, a quanto si dice, per la bontà di cuore e, ancor più, per le quantomeno maldestre dichiarazioni sulla frequentazione giovanile dei comizi di Almirante, rappresenta il frutto una sorta di scambio politico consumatosi in seno al centrosinistra regionale. L’ala sinistra della coalizione, complice il cambio ai vertici del Pd, pur di costringere Marcello Pittella, appena uscito dai domiciliari, a non ricandidarsi avrebbe concesso a quest’ultimo di scegliere il candidato presidente. Et voilà Trerotola. In realtà, però, quello di Pittella non è un passo indietro, ma un passo, neanche troppo, di lato, essendo l’ex-governatore candidato in una lista a sostegno del “suo” presidente.

IL TERZO CANDIDATO presidente è quello dei 5 stelle. Selezionato online con qualche centinaio di voti, Antonio Mattia può vantare un’antica militanza in Forza Italia e un’esperienza nel terzo settore. In questi giorni è al centro di una polemica sul suo programma che sarebbe stato in parte copiato, nella sezione riguardante il welfare e il lavoro, da un saggio pubblicato nel 2009 sulla rivista ItalianiEuropei della fondazione che fa riferimento a Massimo D’Alema. A parte questo, bisognerà capire se il Movimento riuscirà a trattenere gli elettori che, dopo aver consegnato ai 5 Stelle la maggioranza assoluta dei voti alle scorse politiche, si sentono traditi sulle questioni ambientali: dal gasdotto Tap al dossier trivelle, dallo spettro della secessione dei ricchi fino al decreto Genova e all’aumento di venti volte della soglia tollerata di idrocarburi nei fanghi di depurazione destinati all’agricoltura, la posizione del Movimento appare indebolita.

Non è un caso, dunque, il fatto che l’altro candidato presidente in lizza, Valerio Tramutoli, professore universitario e outsider di sinistra, possa contare nella sua lista, La Basilicata Possibile, su alcuni candidati in passato molto vicini proprio ai 5 stelle. Su tutti spicca la figura del Tenente della Polizia Provinciale Giuseppe Di Bello che anni fa denunciò l’inquinamento delle dighe lucane vicine agli impianti di estrazione. Nonostante, però, un’eventuale migrazione di voti, Tramutoli sembra il meno accreditato per vincere la corsa, pur proponendo un programma dichiaratamente di sinistra e in aperta discontinuità con il passato. A livello nazionale, il professore, gode del sostegno aperto di Sinistra Italiana.

QUESTI ULTIMI SCAMPOLI di campagna elettorale saranno decisivi e l’affollarsi di esponenti politici di rilievo, in una regione da sempre abbastanza ignorata, lascia pensare che gli equilibri non siano ancora definiti e che la posta in gioco sia davvero alta.