Nella conferenza dei capigruppo del senato prende la parola il senatore Calderoli, vicepresidente dell’assemblea di palazzo Madama e grande esperto del regolamento. Nega che l’organismo che si sta riunendo possa avere titolo per affrontare la questione del comitato bicamerale per la sicurezza della repubblica, il Copasir che la legge prevede sia guidato da un parlamentare dell’opposizione e invece è ancora in mano alla Lega. I senatori di Fratelli d’Italia, il capogruppo Ciriani e l’altro vice presidente dell’assemblea, Ignazio La Russa, abbandonano la riunione in segno di protesta.

Da settimane i parlamentari del partito di Giorgia Meloni reclamano la guida del Copasir in quanto unico gruppo di opposizione. Ma la Lega non molla, forte della non decisione dei presidenti di camera e senato che martedì hanno detto di non avere mezzi «autoritativi» per dirimere la questione. «Fico e Casellati hanno valutato che l’organismo è legittimo e funzionante, non c’è altro da dire», chiude il discorso il capogruppo dei deputati Molinari.

Oggi alle due il leghista Volpi ha convocato, dopo quasi quattro mesi di vuoto, una seduta del Comitato. L’unico commissario di Fratelli d’Italia, l’ex ministro Adolfo Urso che è anche l’unico di opposizione – ma la legge prevede che cinque componenti su dieci siano delle minoranze – potrebbe non presentarsi. Lo scontro tra i due partiti che competono nel presidiare l’ala destra del centrodestra è sempre sul punto di esplodere. Lo trattengono ragioni di convenienza di schieramento, nelle stesse ore in cui si lavora alla definizione delle candidature di coalizione per le amministrative.

Fratelli d’Italia alza i toni, parla di «sgarbo grave» e «democrazia a rischio». Attacca i presidenti di camera e senato per la loro mossa «pilatesca» e reagisce con l’ostruzionismo alla camera dove tiene bloccato un decreto non così decisivo come il «ministeri» (quello che è servito a Draghi per spacchettare le competenze e inventare il dicastero alla transizione ecologica per Cingolani). A Montecitorio si rende necessaria la seduta notturna. Ma né Meloni né l’ultimo dei parlamentari della italica fratellanza punta l’indice direttamente contro la Lega. Diversamente esploderebbe il centrodestra.

Eppure è proprio per l’ostinazione di Salvini (che, loquace com’è, non nomina l’argomento) che Volpi non si è ancora dimesso. Procurando fin qui lo stallo dell’organismo di vigilanza sui servizi segreti malgrado nel frattempo (per citare le cose più evidenti) sia stata nominata una nuova autorità delegata (l’ex capo della polizia Franco Gabrielli) e sia stato scoperto un canale degli agenti russi direttamente nel ministero della difesa. Volpi si fa forte del precedente D’Alema, perché neanche l’ex presidente del Consiglio lasciò la guida del Copasir quando nel 2011 il Pd dall’opposizione passò a sostenere il governo Monti. L’analogia però non è perfetta, come in mezza riga della lettera che hanno scritto ieri a Volpi riconoscono anche Fico e Casellati. Perché l’esecutivo di allora era più tecnico che politico e i dem potevano sostenere di appoggiarlo quasi dall’esterno (non c’erano ministri politici, ma sottosegretari). Inoltre la Lega, a parti rovesciate, all’epoca protestò un po’, chiedendo per sé la presidenza in quanto unica opposizione. Ma poi lasciò correre. Stavolta Fratelli d’Italia giura che non si arrenderà, e nemmeno lo farà Volpi, almeno non oggi quando dirà la sua davanti al Comitato. «Approfondimenti» ha annunciato la conferenza dei capigruppo della camera. In questo caso senza che Fd’I abbandonasse la riunione