«I “vecchi steccati” il più delle volte sono presidi di diretta connessione costituzionale». Sta in questa convinzione la ragione per cui Giuseppa Santalucia, il presidente dell’Anm, parlando ieri al comitato direttivo centrale dell’Associazione magistrati, ha attaccato i referendum sulla giustizia proposti dai radicali e dalla Lega. Contemporaneamente però incoraggiando i tentativi di riforma della ministra Cartabia, che a suo giudizio sta mostrando «impegno nel selezionare il tipo e la struttura degli interventi e non cancellare un assetto di regole costruito intorno ad alcuni principi che non dovrebbero mutare». I referendum, invece, «sembrano esprimere un giudizio di sostanziale inadeguatezza dell’impianto riformatore messo su dal governo» e, quel che è peggio per l’Anm, vogliono «chiamare il popolo ad una valutazione di gradimento della magistratura, quasi a voler formalizzare i risultati dei sondaggi» che segnalano il calo della fiducia dei cittadini nei giudici. Per questo, secondo Santalucia, «spetta all’Anm una ferma reazione a questo tipo di metodo».

Parole non certo eversive, casomai espressione di un disagio. L’Anm sente l’effetto di un doppio colpo, prima il prolungato caso Palamara poi il traffico di verbali secretati tra la procura di Milano e alcuni consiglieri del Csm. Appena venerdì l’associazione ha ricevuto la ministra in un convegno per sentirsi dire, senza troppe cerimonie, che «non possiamo sottacere la assai preoccupante lacerazione del rapporto di fiducia tra i cittadini e la magistratura». Santalucia per questo distingue: sì alle riforme proposte dalla ministra, che pure non tutte e non a tutti i magistrati piacciono, ma no netto ai referendum. Ma la Lega e i radicali non si lasciano scappare l’occasione per gridare allo scandalo. Sia Salvini che Maurizio Turco, il segretario del partito radicale, sono in piazza a Roma, il secondo ospite della manifestazione leghista. «Una parte della magistratura, quella delle correnti, tenta di mettere a tacere i cittadini – sostiene Turco – è una cosa gravissima, è un attacco alla democrazia e il presidente della Repubblica deve intervenire». Anche secondo Salvini «suona come una minaccia la “reazione forte” minacciata dal presidente dell’Anm». Anche lui si rivolge, senza nominarlo, al capo dello stato e presidente del Csm: «Mi auguro che chi dovere intervenga». Evidente il tentativo di creare un caso, come altre volte in passato. «Mi sfugge il senso di questa polemica», replica Santalucia raggiunto al telefono in serata. «Ovviamente l’Anm rispetta le iniziative referendarie, il referendum abrogativo è un caposaldo della democrazia ma non credo che sia utile ora che le riforme sono in cantiere». Il presidente dell’Anm chiarisce anche che «la magistratura ha dato ampia dimostrazione di volersi confrontare con il governo e con il parlamento, le riforme servono. Questo non vuol dire che da parte nostra ci sarà un’adesione acritica a tutte le proposte». Infine sul presunto contenuto minaccioso di quella «ferma reazione» annunciata, Santalucia invita a non giocare con le parole: «Il mio è chiaramente un invito all’Anm perché trovi buoni argomenti per spiegare l’inutilità dei referendum. Siamo giuristi, le nostre reazioni sono le argomentazioni ragionate, non facciamo polemiche ma ci esprimiamo nel merito delle questioni. Non capisco il malinteso».

In precedenza, nel suo intervento al comitato direttivo, Santalucia aveva fatto un riferimento indiretto alle esternazioni dei magistrati al lavoro sulla strage del Mottarone, «non ci sfugge la forza deformante di un cattivo approccio con i mezzi di comunicazione», aveva detto, raccomandando «cautela e compostezza comunicativa, specie in questi tempi in cui ogni errore rischia di essere amplificato». Proprio nel tentativo di uscire dall’angolo in cui la magistratura teme di essere finita, il comitato direttivo dell’Anm decide di (chiedere di) costituirsi parte civile nel processo di Perugia a Palamara, ovemai dovesse arrivare il rinvio a giudizio. Ma anche in questo caso è subito polemica, replica Palamara: «Annuncio molto strano, l’udienza preliminare è ancora in corso: hanno emesso una sentenza preventiva?».