La passione per le armi da fuoco e per quella per l’integralismo religioso si sono nuovamente, fatalmente intersecate nel cuore della bible belt, il profondo sud dove entrambe sono particolarmente sentite. A Chattanooga, Tennessee nel cuore del sud americano, Mohammod Youssuf Abdulazeed di 24 anni ha aperto il fuoco prima contro una agenzia di reclutamento dell’esercito in un centro commerciale, sulla cui vetrina ha scaricato un centinaio di colpi, e quindi all’entrata di una base di marines a qualche chilometro di distanza, dove ha ucciso quattro militari prima di venire abbattuto dalla polizia. E l’ultima sparatoria a colpire il sud d’America, che sta diventando una tragica vetrina per le correnti violente che attraversano questa società.

Gli eventi di Chattanooga avvengono a un mese appena dagli omicidi nella vicina Carolina del Sud, dove a giugno il giovane suprematista bianco Dylann Rooff si è introdotto nella Emanuel African Methodist Episcopal church massacrando nove fedeli nel nome di una folle pulizia etnica anti-afroamericana. A maggio in una sparatoria a Garland, Texas una guardia giurata aveva fatto fuoco su Elton Simpson e Nadir Soofi, due autoproclamati jihadisti venuti ad attaccare un raduno anti-islamico indetto per premiare la migliore vignetta su Maometto.

Ad aprile sempre Charleston, North Carolina era stata teatro di uno dei più clamorosi police shooting, in cui un agente della polizia locale aveva vuotato il caricatore nella schiena di un uomo di colore che tentava la fuga dopo essere stato fermato ad un posto di blocco. L’episodio era stato ripreso da un video che mostrava anche l’agente piazzare una pistola vicino al cadavere della propria vittima. E a febbraio nella Carolina, stavolta del Nord, Stephen Craig Hicks aveva freddato tre studenti musulmani suoi vicini di casa nella città universitaria di Chapel Hill.

Un esauriente campionario di aberranti non di esclusivo appannaggio degli stati ex confederati, ma che di questi tempi vi si manifestano particolarmente (vale la pena ricordare che solo la scorsa settimana la Carolina del Sud ha ammainato la bandiera dell’esercito secessionista sconfitto nel 1865). In questo contesto, dalle prime indicazioni quest’ultima strage ha i connotati della categoria “terrorismo domestico” e il protagonista sarebbe un “lupo solitario”, un cane sciolto in apparentenza “radicalizzatosi” in modo autonomo in base a una dieta di islamismo fondamentalista, nozioni raccolte in rete e una mitomaniacale jihad personale.

Identikit “bostoniano” dunque, il modello dei fratelli Tsarnayev e del loro attentato alla maratona di Boston nel 2013: quello della metastasi di un estremismo islamico “autodidatta” che spedisce giovani occidentali a combattere in Medio oriente o a sparare a Tolosa o in Texas.

In questo novero entrerebbero anche almeno altri due attentati a installazioni militari: quello perpetrato da Abdulhakim Mujahid Muhammad contro un altro ufficio di reclutamento, a Little Rock in Arkansas, che fece una vittima nel 2009, e quello stesso anno il massacro di Fort Hood in cui lo psichiatra militare Nidal Malik uccise 13 persone nella omonima base militare in Texas.

Quando la matrice è plausibilmente “islamista” come sembra essere in questo caso, gli episodi provocano prevedibili escandescenze da parte di una destra che è la prima difendere il diritto assoluto al porto d’armi. Ma scorrendo le statistiche appare evidente che gli episodi sono accomunati più dall’estrema facilità di accesso ad armi letali che da un unificata matrice ideologica. Le stragi di mitomani, folli o sedicenti terroristi sono coadiuvate dall’endemica diffusione di armi in una popolazione armata fino ai denti secondo i dettami di un presunto diritto costituzionale riverito come articolo di fede da una minoranza oltranzista rappresentata da una potente lobby industriale.

Il presidente Obama, impegnato in un programma di riforme sempre più ambizioso (al momento dell’attentato era in visita ad un penitenziario dell’Oklahoma per lanciare un’iniziativa contro l’eccessivo ricorso al carcere), si è trovato a deplorare l’ennesima strage. Dopo simili episodi, come quello della chiesa di Charleston o della scuola elementare di Sandy Hook tre anni fa, ha invocato una riforma per limitare l’accesso alle armi da fuoco (ce ne sono in circolazione più di 300 milioni). Ma è una battaglia che probabilmente non sarà mai vinta.