Ventisette anni dopo Hope and Glory, il regista inglese John Boorman riprende i fili della sua autobiografia, quasi esattamente dove li aveva lasciati – con la scena dei bambini festanti, dopo il blitz di Londra, che ringraziano Hitler perché gli ha raso al suolo la scuola .

Il film, presentato alla Quinzaine (ma sarebbe stato ancora meglio nel concorso, al fianco di Godard – questa è una buona Cannes per gli ottuagenari rappresentati anche da Fred Wiseman) si intitola Queen and Country e ritrova l’alter ego del regista, Bill Rohan (interpretato dall’attore Callum Turner), nove anni dopo, sulla magica isola nel Tamigi, vicino a Shepperton, dove sta con la sua famiglia. Siamo nel 1952 e Bill conduce una serena vita da adolescente sognando una ragazza che passa tutte le mattine in bicicletta e cominciando a pensare al cinema (a Shepperton ci sono i principali teatri di posa inglesi). La bellissima scena di lui che, dall’acqua, osserva, ripetuta più volte, la ripresa della morte di un soldato nazista è un annuncio di ciò che sta a venire – immediatamente e parecchi anni dopo.

La Guerra in Corea fa infatti sì che Billy venga chiamato alle armi e la storia si sposta quasi per intero in un campo militare. Boorman (autore anche della sceneggiatura) racconta l’esperienza con un misto di tenerezza e gusto per l’assurdo, un po’ Richard Lester. Il tono rilassato, classico, del racconto è uno dei grandi piaceri del film, che, a tratti, evoca anche Michael Powell. Nelle baracche dove vivono i giovani soldati, la guerra non si vede o sente ma la possibilità di essere, da un momento all’altro, spediti a morire in una giungla del sudest asiatico incombe nell’aria – Boorman coglie la vita in caserma nelle sue inglesissime peculiarità, un po’ come se fosse un college, dove però si impara a sparare. Ci sono i flirt con le ragazze locali più sessualmente disinibite di loro. Il piano «diabolico» per rubare un orologio nella sala da pranzo degli ufficiali e farlo svanire per sempre. David Thewlis è il sergente maggiore Bradley, ossessionato dalla disciplina, che alla fine lo renderà pazzo. È anche il bersaglio dell’odio e degli scherzi dei ragazzi. Richard Grant è un altro superiore, meno duro di lui ma totalmente cinico.

Nel campo Bill lega fin da subito con il più insubordinato tra le reclute, Percy (Caleb Landry Jones), quando i due si palleggiano a vicenda le ultime battute di Casablanca, tra Bogart e Claude Rains («è l’inizio di una meravigliosa amicizia»). Il cinema aleggia in tutto il racconto con riferimenti a L’altro uomo e Viale del tramonto e Billy che porta la misteriosa ragazza di cui è innamorato (Tamisn Egerton) a vedere Rashomon.

«Tutti raccontano versioni diverse di quello che è successo. L’unica cosa che rimane in tutte e tre è il fatto che la ragazza viene violentata», gli dice lei turbatissima, dopo la proiezione. Rimarrà un personaggio misterioso, irraggiungibile, per tutto il film. Bill la chiama Ofelia ma non è il suo nome vero.

Inanellando con grazia innamoramenti giovanili e scherzi da caserma, Boorman suggerisce anche che, fuori dalla base militare, c’è un paese che sta cambiando. La bandiera viene calata a mezz’asta il giorno della morte del re. Billy e la sua famiglia assistono all’incoronazione di Elisabetta II raccolti davanti a un piccolo televisore in bianco e nero, con il nonno che tira accidenti ai Windsor perché in realtà sono tedeschi come Hitler…Dal Canada arriva in visita la sorella «vissuta» di Bill, che ha fatto due figli giovanissima, seduce Percy e porta a casa nella casa un certo profumo di rock ‘n roll.

D’altra parte Percy e Bill non prendono per oro colato tutto quello che viene detto e/o ordinato loro dagli ufficiali – anche il loro senso critico nei confronti delle istituzioni è il sintomo di una nuova era. Hope and Glory era stato prodotto dalla Columbia di David Puttnam e aveva ricevuto quattro nomination agli Oscar.

Queen and Country è un film decisamente più piccolo che, in mancanza di capitali hollywoodiani, ha dovuto in parte essere girato in Romania. Ma è stato uno dei veri, grandi, piaceri del festival.