Il procuratore generale Jeff Sessions è pronto a cancellare le linee guida del Dipartimento di giustizia dell’era di Obama, progettate per impedire al governo federale di interferire con gli Stati che legalizzano la marijuana.

Il Cole memo del 2013 è la prima delle tre direttive che Sessions vuole revocare: il provvedimento stabiliva che le illegalità riguardanti la marijuana​ sarebbero state de-prioritizzate, e il governo federale si sarebbe dovuto tenere fuori dagli affari degli Stati antiproibizionisti.

La mossa di Sessions non sembra essere una repressione diretta, ma permetterà agli avvocati statunitensi di perseguire i casi relativi alla marijuana a loro discrezione. In precedenza, i procuratori federali avevano ricevuto istruzioni di perseguire solo casi in cui la marijuana era stata spedita illegalmente attraverso i confini tra gli Stati o flagranti violazioni della legge statale e federale.

La controtendenza di Sessions, che prevede un controllo di Washington, è in contraddizione con l’atteggiamento squisitamente repubblicano che vorrebbe il governo centrale il meno coinvolto possibile con gli affari locali.

Erik Altieri, direttore esecutivo dell’Organizzazione Nazionale per la Riforma della Marijuana, ha dichiarato che l’azione di Sessions «va contro l’opinione pubblica» e mette in pericolo un’industria da 16 miliardi di dollari l’anno.

Ad intervenire​, su Twitter, anche Bernie Sanders che ha ricordato che non si può equiparare la marijuana con l’eroina, come fa Sessions: «Nessuno che abbia studiato seriamente il problema lo crede – ha scritto Sanders – Al contrario. Dovremmo consentire agli Stati il ​​diritto di procedere verso la depenalizzazione della marijuana, non andare contro i progressi che sono stati fatti».