L’approvazione del «rapporto Panzeri» sui diritti umani, giovedì scorso all’Europarlamento, continua a fare discutere. Spenti i riflettori sul voto contro il matrimonio egualitario di due deputati del Pd (più le astensioni di peso di Patrizia Toia e Silvia Costa), ora si apre una polemica a sinistra: toni garbati, ma le divergenze sono forti. Innesca la miccia con un tweet l’eurodeputato Pd di rito civatiano Daniele Viotti, attivista gay e co-presidente dell’Intergruppo sui diritti glbt: «Tutti lì a guardare come han votato questa o quello del Pd. Io guarderei più a sinistra per trovare le vere sorprese». Un’allusione critica (e un po’ criptica) al fatto che la maggioranza del gruppo della Sinistra unitaria (Gue/Ngl), dove siedono i tre eletti con la Lista Tspras, si è astenuta sulla risoluzione. Un testo, quello a firma dell’eurodeputato milanese Antonio Panzeri (Pd), che affronta il tema dei diritti umani in ogni aspetto: vi sono capitoli sulla pena di morte, sulla libertà di coscienza, sui diritti delle donne e molto altro.

Spiega le ragioni dell’astensione Barbara Spinelli: «È un rapporto con non pochi lati positivi, ma con parecchi paragrafi in parte ambigui o non condivisibili». Ad esempio: quelli relativi alla materia immigrazione, o agli effetti nefasti sui diritti fondamentali delle politiche di austerità. Ma anche sui diritti glbt: il testo finale – votato da socialisti e popolari – è molto annacquato rispetto alla versione iniziale, che conteneva posizioni ancora più esplicite contro il divieto dei matrimoni egualitari votato in alcuni Paesi dell’Ue. «È vero, ma l’astensione è un errore politico – dichiara Viotti al manifesto – perché il messaggio complessivo della risoluzione è decisamente favorevole ai diritti glbt, invitando gli stati ad adottare leggi sui matrimoni o unioni civili. Per questo la stragrande maggioranza del gruppo Pd ha votato a favore di questa indicazione». Al di là della questione in sé, l’esponente civatiano afferma la necessità della mediazione con il gruppo dei popolari (Ppe): «In parlamento a Strasburgo non c’è una maggioranza progressista, e quindi le relazioni come quella sui diritti umani non possono passare senza i voti del Ppe: dobbiamo decidere se non approvare nulla, o se cercare le mediazioni più avanzate possibili», conclude Viotti.

Non la pensa così Eleonora Forenza, eletta all’Eurocamera con la Lista Tsipras insieme a Spinelli e Curzio Maltese: «I numeri per approvare una relazione migliore ci sarebbero stati: oltre alle forze collocate a sinistra del Ppe dobbiamo considerare anche il Movimento 5Stelle, che su molti punti era d’accordo con noi. In realtà, il problema è che i socialisti cercano sempre innanzitutto l’accordo con i popolari, e solo dopo con gli altri gruppi. E stavolta il peso dei popolari si sente molto: il risultato finale della risoluzione non mi sembra una mediazione da giudicare positivamente». Alcune delegazioni del gruppo della Sinistra unitaria hanno votato contro (gli spagnoli di Podemos, i ciprioti di Akel e i comunisti portoghesi del Pcp), la gran parte si è astenuta, mentre hanno votato a favore i rappresentanti dei partiti rosso-verdi nordici. «Deve essere chiaro – spiega Forenza – che per noi nella risoluzione Panzeri ci sono cose molto importanti: e infatti su singoli paragrafi abbiamo votato a favore, o abbiamo contribuito a respingere emendamenti peggiorativi che venivano da destra. La nostra astensione non va confusa in alcun modo con un’indifferenza nei confronti dei diritti di gay e lesbiche».