La Guardia Costiera vieta alla Mare Jonio di effettuare attività di ricerca e soccorso: la comunicazione è arrivata alla nave della piattaforma italiana Mediterranea saving humans ieri pomeriggio. L’imbarcazione dovrà adeguarsi «alla normativa di settore». L’ispezione è avvenuta venerdì scorso nel porto di Marsala «a seguito di una avaria non meglio precisata ad un generatore». È stata effettuata «una verifica tecnica sulle condizioni della nave in materia di sicurezza della navigazione e per la riconvalida della certificazione statutaria necessaria alla navigazione», come recita la nota ufficiale. È ancora la Guardia costiera a comunicare: «Il comandante è stato diffidato dall’eseguire operazioni di salvataggio in modo stabile e organizzato fino a quando l’unità in questione non venga adeguata alla normativa di settore e certificata per il servizio di salvataggio, al fine di non mettere in pericolo le persone assistite e lo stesso equipaggio». I militari hanno anche sanzionato Mediterranea per alcune irregolarità riscontrate a bordo.

Esulta il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che sulla crociata anti Ong basa la sua attività al Viminale. Ma questa volta ha anche approfittato per assestare una stoccata ai pentastellati, non più cordiali alleati di governo neppure nella crociata anti migranti: «Dopo lo stop agli sbarchi e le direttive per difendere le acque territoriali, è stata bloccata la Mare Jonio. Si tratta della nave dei centri sociali che pretendeva di dettare legge nel Mediterraneo anche grazie ad alcuni parlamentari eletti con i 5Stelle come De Falco. L’altolà è un’ottima notizia: grazie alle Capitanerie di Porto! Non molliamo e passiamo dalle parole ai fatti», recita la nota trionfante diffusa sui social. Il riferimento è al senatore Gregorio De Falco: espulso a dicembre dal Movimento, dopo il voto contrario al Dl Sicurezza, ad aprile aveva annunciato la sua partecipazione alle missioni della Mare Jonio spiegando «meglio una vita umana che milioni di like».

Alessandra Sciurba, coordinatrice del legal team di Mediterranea, ieri ha dato la sua versione dei fatti: «Le ispezioni ormai sono diventate una decina, è solo un modo per cercare di bloccarci con atti intimidatori, irricevibili dal punto di vista legale. Eravamo tornati in porto a Marsala per il maltempo, Venerdì Santo la Guardia costiera è salita a bordo e ci è rimasta per sette ore, fino a sera. Una solerzia degna di migliori cause». E sulle prescrizioni: «Abbiamo ricevuto una diffida a svolgere attività di ricerca e soccorso. Come tutti sanno, la nostra missione è il monitoraggio e la denuncia di quello che accade nel Mediterraneo centrale. Se poi ci imbattiamo in un battello in difficoltà è l’etica e il diritto che ci obbligano a intervenire, in particolare gli articoli 489 e 490 del Codice della Navigazione. Di fronte a persone che annegano, non ci vuole una autorizzazione Sar per soccorrerle. La nostra missione non cambia, riprenderemo il mare. Stiamo verificando con i legali ma la nave, comunque, non è stata bloccata. Il problema al generatore è stato superato e le prescrizioni sono tutte risolvibili».

Per concludere: «La diffida è la conseguenza del salvataggio di 49 migranti dello scorso 18 marzo. Dobbiamo concludere che nel governo c’è chi avrebbe preferito che quelle 49 persone annegassero?».