Accumulava conoscenze ed esperienze, Ivan Cicconi. Ma non erano finalizzate ad aumentare le sue possibilità lavorative o per costruire relazioni. Al contrario Ivan si impadroniva dei meccanismi più reconditi e apparentemente incomprensibili del sistema degli appalti pubblici in Italia e lo dipanava a favore di tutti. Di tutti coloro che non avevano avuto come lui la fortuna di studiare. Era insomma un grande intellettuale divulgatore di idee che aumentavano il livello delle coscienze, che aiutavano a comprendere i meccanismi con cui il paese corrotto degli anni ’90 ha spolpato l’Italia.

L’esperienza che cambia la vita del bravo ingegnere avviene infatti negli anni ’90 quando solo poche persone riescono a comprendere la logica mostruosa delle grandi opere e in particolare della realizzazione dell’alta velocità ferroviaria. Ivan si butta fino in fondo nella mischia, studia con sistematicità le procedure, gli affidamenti, le scorciatoie e infine denuncia il gigantesco buco nel bilancio dello Stato creato dalla scelta scellerata di affidare appalti miliardari senza trasparenza.

Un titolo per tutti. Nel 1998 pubblica La storia del futuro di tangentopoli, un libro fondamentale per comprendere in anticipo la spirale che si sarebbe aperta nel paese. Ma proprio in quegli anni la politica abbandona per bassi interessi economici e imprenditoriali – denunciati alla perfezione da Ivan – le battaglie sui principi che devono regolare lo stato di diritto. Cicconi, e tanti altri come lui, rimangono orfani della sinistra che sapeva denunciare malefatte e costruire alternative.

Ma la solitudine fu passeggera. Dopo una breve parentesi nel 2000 al ministero dei Lavori pubblici con il ministro Nerio Nesi, inizia la fase del rapporto profondo con i tanti comitati di cittadini che lo chiamavano per denunciare misfatti ma soprattutto per avere da lui la spiegazione strutturale che aveva generato quelle mostruosità. Dalla Val di Susa, allo scempio della Quadrilatero che interessava le sue amate Marche, dalla Firenze del tunnel ferroviario inutile, alla follia del Mose, Ivan sarà il punto di riferimento per centinaia di luoghi e migliaia di cittadini. Fino all’altro saggio fondamentale per comprendere l’Italia di oggi, quel Libro nero dell’alta velocità pubblicato nel 2011. Ed è questa l’eredità più bella di un uomo generoso che ha incontrato e amato l’Italia migliore fornendo strumenti per le lotte. Una vita spesa bene quella di Ivan Cicconi.