La Blue Wave, la grande ondata democratica che avrebbe dovuto spazzare via Donald Trump come un incidente della storia, un demagogo arrivato al potere nel 2016 un po’ per sbaglio e un po’ per l’aiuto dei russi, non c’è stata. Trump non era un incidente: comunque vada il conteggio finale lui rappresenta mezza America e, anche se i repubblicani perdessero la presidenza (cosa niente affatto chiara in questo momento) avrebbero comunque vinto queste elezioni, perché il «trumpismo» ha dimostrato di avere radici profonde.

L’AFFLUENZA è stata straordinaria. In alcuni stati, come il Texas, il solo voto per posta ha superato la totalità dei voti delle elezioni presidenziali del 2016. Il 67% di votanti sugli aventi diritto è una percentuale altissima per gli Usa, molto superiore alle elezioni del 2016, un nuovo record della partecipazione al voto da 100 anni, superando anche il famoso novembre 1960 quando gli americani furono chiamati a scegliere tra Richard Nixon e John Kennedy. Questa tornata elettorale rappresentava un referendum su Trump e i repubblicani hanno avuto successo nel portare i sostenitori al voto.

L’inettitudine criminale di Trump nella gestione dell’epidemia è stata per gli elettori evangelici meno importante che trasformare la Corte Suprema in senso conservatore nominando tre giudici pronti a cancellare la sentenza del 1973 che rendeva legale l’aborto. In effetti i sondaggi davano Biden in netto vantaggio ma spesso in Europa non si capisce che i sondaggi misurano il consenso su scala nazionale, che oggi sembra nuovamente a favore dei democratici, come nel 2016 era effettivamente maggiore per Hillary Clinton, che ottenne tre milioni di voti in più rispetto a Trump.

Ma non sono i cittadini americani che eleggono il presidente, bensì i delegati dei vari stati, in base al sistema Winner-Take-All, chi vince prende tutto. É già successo 4 volte nella storia americana che è diventato presidente chi ha ottenuto meno voti popolari rispetto all’avversario, George W. Bush e Trump sono stati eletti così.

SEMBRA CHE BIDEN non solo ottenga più preferenze su scala nazionale ma anche nei tre Stati chiave delle elezioni: Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, parliamo comunque di un vantaggio contenuto.

Inoltre Biden ha già conquistato l’Arizona, che nel 2016 era andata a Trump. Tuttavia è innegabile che l’ondata «trumpista» è reale, come dimostra anche il fatto che il senato resterà controllato dai repubblicani e che la camera, dove Nancy Pelosi sperava di consolidare la sua maggioranza, invece potrebbe vedere una minoranza Gop irrobustita da alcune vittorie insperate, come quella contro Donna Shalala, che era stata segretario alla Sanità nell’amministrazione Obama.

Trump è riuscito comunque a far passare tra i suoi elettori il messaggio che la gestione della pandemia non è stata una sua colpa. Ha continuato a ripetere che «il virus è cinese» e ha utilizzato il suo stesso contagio per fare comunicazione: «Ho preso il virus ma ne sono uscito». Migliaia di elettori repubblicani sono andati ai suoi comizi senza mascherina e magari si sono contagiati ma non hanno cambiato la loro preferenza. Politicizzare la questione della pandemia gli ha attirato consensi: non più tardi di domenica Trump aveva promesso di licenziare il massimo esperto del paese, Anthony Fauci, se fosse stato rieletto.

Parte dell’errore dell’inetto establishment democratico nel fare i propri calcoli è derivato da quella che Richard Alba della Columbia university ha definito «l’illusione demografica» nel suo nuovo libro.

SI TRATTA DELL’IDEA che gli Usa stiano diventando una nazione dove non esiste più una maggioranza bianca ma invece un puzzle di minoranze in cui i bianchi sono semplicemente la minoranza più numerosa. Gli strateghi che puntavano sul «voto etnico» hanno però dimenticato il fatto che seconde generazioni ispaniche, per esempio, si identificano più con la maggioranza caucasica che con i nuovi arrivati dall’America Latina, esattamente come un secolo fa irlandesi e italiani lentamente «diventarono bianchi» anche se cattolici. I mediocri risultati di Biden in Florida e in Arizona, dove Trump ha vinto nettamente, sono una prova.

Infine, come ha detto Sandro Portelli qualche giorno fa, non è detto che le donne dei sobborghi residenziali abbiano votato contro Trump in quanto donne: una parte consistente di loro ha votato per lui in quanto proprietarie di case ostili a ogni possibile aumento delle tasse.