La scena è cosparsa di brandelli di materiale trasparente, sembrano piume. Creano un ambientazione irreale, sparsi a terra, mossi nell’aria dal movimento. Sette danzatori maschi entrano in fila sullo sfondo avvolti da una luce rosata. Sulla sinistra, in avanti, musicista e piano a coda. Visione iniziale di Preludi e Fughe – Geografia antropica. Un Concerto in forma scenica su coreografia di Simona Bucci, musica di Dimitri Shostakovich eseguita dal vivo da Roberto Prosseda, presentato in prima assoluta al Teatro Maggiore di Verbania come commissione dello Stresa Festival, diretto da Gianadrea Noseda. Un lavoro a quattro mani tra Bucci e Prosseda, partito dalla scelta di nove tra i Preludi e Fughe di Shostakovich (1, 5, 7, 12, 13, 14, 16, 24) per un concerto in movimento che propone un percorso sonoro e visivo tra tonalità espressive ed emotive. Bucci, a lungo danzatrice del maestro dell’astrattismo americano Alwin Nikolais, nonché collaboratrice di Carolyn Carlson, è una coreografa lontana da qualsiasi forma di didascalia linguistica. Il suo Shostakovich coreografico è profondamente pittorico, la musica muove qualità, colori del movimento che avvolgono la scena incarnandosi nei corpi. Un affondo onirico con squarci collettivi e momenti solistici di particolare bellezza come la fuga n. 13 danzata al centro da Giovanni Scarcella. Quasi uno studio sulla fragilità del gesto, mentre gli altri osservano, riuniti sotto il pianoforte. Un concerto da far girare.