Che si tratti delle forme stravaganti delle chiome, dei mirabili colori dei boccioli, di profumi evocativi, ma anche di personalità, storie, comportamenti di protagonisti singolari del mondo vegetale, le suggestioni che ci provengono dall’universo di piante e fiori continuano a propagarsi, ispirando e ibridando anche le pubblicazioni per ragazzi.

È IL CASO DELL’INVITO a esser Come alberi nella storia per immagini-mondo disegnate da Felicita Sala sul filo degli intonati testi di Maria Gianferrari, o dell’almanacco per piante singole, illustrate da Olaf Hajek in guisa di fantasmagorici tarocchi nel gioco di domande e risposte cui per ciascuna le introduce Christine Paxmann squadernando le più diverse varianti del Flower Power. La forza gentile delle piante (entrambi per Rizzoli junior, rispettivamente pp. 32, euro 18 e pp. 40, euro 22).
Sempre spettacolari, anche quando del tutto familiari, pagina dopo pagina, pianta dopo pianta, le figure vegetali animate da Olaf Hajek balzano sgargianti da sfondi piatti, incorniciate in scenari lussureggianti: ovali e riquadri con grottesche in stile pop, ma in compagnia assortita di animali e umani. In figura di eleganti damine (le peonie), raccoglitrici di sorbo con bruchi, vedette da circo, trombettieri con impollinatori, danzatrici indiane (zenzero) con fenicotteri, signori incilindrati (passiflora).
Così, tra salti di scala, paesaggi dove sembra possibile passeggiare e indicazioni di usi curativi e cosmetici, da ogni pagina si sprigiona la forza gentile dei fiori. Dall’iris, mitologico arcobaleno in andirivieni messaggero tra gli dei e la terra, al fragile, incantevole rosolaccio, tanto amato e ritratto dagli artisti, come pure nel tintinnare gentile del fiore della magica campanula, nel giallo brillante del tarassaco, nel nome profumato dell’ananas, a metà a tra onomatopea e etimologia.
Dall’invito, nel volume di Olaf Hajek e Christine Paxmann, a un guardare immaginando, sempre per via di potenzialità, relazioni e usi, si trascorre a un vero e proprio gioco di immedesimazione proposto nelle pagine di Felicita Sala e Maria Gianferrari.
«Sii albero», suona l’incipit con immenso baobab e compagno uccellino mentre, mimando l’invito, un bambino tende al cielo le braccia, fantasticando di distendere assieme le radici nell’oscura profondità della terra, resa giocosamente in sezione, a cullare, con l’impercettibile celerità del passo di lumaca, il letargo delle talpe nelle tane. È un’esortazione che scadenza le tavole – alcune si dispiegano a quattro.

UN INVITO ALLA MOLTEPLICITÀ, all’interconnessione, alla solidarietà intergenerazionale – tutti noi siamo alberi, nel rispetto reciproco saremo una foresta dove i più forti sostengono i più fragili. Così, la lezione della comunione radicale tra micorrize si traduce nelle psichedeliche tavole di reti sotterranee di informazioni e nutrienti che corrono tra individui e il fenomeno della timidezza delle chiome (la crescita rispettosa tra soggetti che disputandosi la luce, pure la condividono) vien resa con vertiginose visioni di fogliami da sotto in su.
Affollati da colonie di ospiti, uccelli, mammiferi e insetti, raffigurati come interi ecosistemi, sempre in dialogo con le acrobazie di giovani ginnaste e mimi, gli alberi ci salutano disposti in prospettiva come in un ritratto di gruppo.