Le meravigliose logge dei tiratori di Gubbio hanno avuto la sfortuna di entrare nel patrimonio della Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia a capo della quale c’era Carlo Colaiacovo, una delle famiglie più ricche e influenti di Gubbio. E’ da allora che iniziano i suoi guai perché entra nel grande meccanismo che deve aumentare il valore delle proprietà, costi quel che costi. Il caso di banca Etruria e banca Marche ha reso evidente che molti istituti di credito hanno finanziato oltre la decenza ogni valorizzazione immobiliare e ogni avventura edificatoria di spregiudicati speculatori. Per ripianare la voragine di bilancio Banca Etruria sceglie di alimentare il mercato delle obbligazioni speculative e l’esito sono le decine di migliaia di risparmiatori a cui hanno sottratto i risparmi.

La Fondazione della cassa perugina sceglie un’altra strada: quella di valorizzare gli immobili di proprietà che – prassi come noto molto diffusa – vengono spesso iscritti a bilancio per un valore notevolmente superiore a quello reale. Il pareggio di bilancio è nel breve periodo assicurato ma occorre concludere i processi di valorizzazione e il caso delle logge di Gubbio dimostrano che non ci si ferma nemmeno di fronte alla storia e all’identità di una città. Esse sono infatti una caratteristica peculiare della storia di Gubbio, una parte dell’identità storica del popolo eugubino: ciononostante si vuole chiuderle con una gigantesca vetrata aumentando la superficie (e il valore economico) dell’immobile e la sua destinazione d’uso. Inizia così la pressione verso il comune per ottenere il permesso di chiudere con “moderne” vetrate il grande loggiato per ottenere un parere positivo. L’ostacolo sembrava insuperabile poiché l’attuale sindaco Filippo Maria Stirati era stato eletto due anni fa perché si era chiaramente espresso contro la chiusura della loggia. Evidentemente la proprietà possiede efficaci mezzi di convincimento se quello stesso sindaco è oggi a favore del progetto.

La potente proprietà ha sbagliato solo un calcolo: non ha pensato che un intelligente comitato di cittadini chiamasse la popolazione di Gubbio ad opporsi all’insensato progetto. Questa opera si sensibilizzazione si è giovata anche di illustri esponenti del mondo della cultura come Salvatore Settis e Tomaso Montanari. Gli appelli portati avanti dal comitato hanno avuto così la forza di arrivare nel colle più alto di Roma e il della Presidente della Repubblica, tramite il suo consigliere per la conservazione, Louis Godart, si è espresso in modo inequivocabile contro lo scempio. Del resto, il Quirinale è il baluardo della Costituzione che ha come pilastro l’articolo 9 dove si afferma solennemente che la Repubblica tutela i beni culturali del paese e non le ignobili speculazioni immobiliari.