I metalmeccanici sono arrivati nella centralissima piazza Castello, a Torino, il giorno prima del fatidico Investor Day, che si terrà oggi a Balocco (Vercelli), dove Sergio Marchionne presenterà il piano industriale di Fca 2018-2022, l’ultimo dell’attuale ad.

In contemporanea, la Fiom ha deciso di lanciare il Workers Day: una serie di iniziative in tutta Italia, volantinaggi e assemblee, dalla Maserati di Grugliasco alla Sata di Melfi, per porre l’attenzione su piena occupazione, contrattazione, investimenti, innovazione e democrazia in fabbrica.

L’assemblea pubblica di ieri, prologo del Workers Day, è stata aperta da Federico Bellono, segretario della Fiom di Torino, e ha visto l’intervento di Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom e delle delegate e dei delegati degli stabilimenti Fca e Cnhi.

Le conclusioni sono state affidate a Francesca Re David, segretaria generale della Fiom: «Vorremmo che Fca ci dicesse cosa davvero vuole fare. Non ha rispettato nessuno dei piani industriali che ha presentato dal 2010».

La preoccupazione sul futuro è alta tra i lavoratori. «A quattro anni di distanza dall’ultimo investor day – spiega la Fiom – gli obiettivi di valorizzazione degli asset, di aumento degli utili e dei ricavi e di progressiva cancellazione del debito industriale sono stati raggiunti. Non sono, invece, stati raggiunti gli obiettivi comunicati in tutti i piani industriali e occupazionali che si sono susseguiti, dal 2010 a oggi».

Nel precedente piano industriale 2014-2018 furono annunciati 27 nuovi modelli tra Fiat, Alfa Romeo, Jeep e Maserati, ne sono stati realizzati solo 12. Nel 2017, sono state prodotte circa 750mila auto, mentre l’obiettivo era di arrivare a 1 milione e 400mila.

E anche l’obiettivo della piena occupazione non è stato raggiunto: a Mirafiori, Grugliasco e Pomigliano ci sono 5.508 esuberi su 10.092 addetti, a Pomigliano, in particolare, si lavora meno del 50%, agli Enti centrali torna la cig.

«In piazza c’è la Fiom, ma avrebbero dovuto esserci anche le altre organizzazioni sindacali che nel 2011 e nel 2014 hanno convinto i lavoratori a scambiare diritti con il lavoro», ha affermato De Palma. «Il 2018 – ha aggiunto – doveva essere l’anno della piena occupazione e invece ci sono contratti di solidarietà, anche nel 2019 la situazione non migliorerà».

In questi anni la Fiom è stata esclusa dal confronto, esclusa dalle elezioni dei delegati, ma nonostante tutto in tutte le elezioni libere è la prima organizzazione sindacale in Fca, Cnhi e Magneti Marelli per il voto degli Rls, come nell’ultima consultazione a Melfi.

«Chiediamo l’apertura di un tavolo nazionale unitario con la direzione del gruppo per realizzare un accordo sul piano occupazionale che rioccupi tutti investendo negli enti centrali, a partire dalla ricerca e sviluppo, fino ai reparti produttivi». La Fiom ritiene essenziale che siano allocate produzioni che vadano dal premium al mass market, dalle auto eco – gas, gpl, ibride ed elettriche – al self drive». Re David è convinta che «se Fca producesse in Italia solo modelli premium sarebbe l’assoluto disastro».

E ha spiegato: «Sia a Pomigliano sia a Torino non esiste nessuna possibilità di piena occupazione con l’alta gamma, che garantisce più redditività, ma non la piena occupazione. Mentre la gamma più bassa garantirebbe più occupazione».

Ha accusato la Fiat di aver «spento» la ricerca in Italia: «Negli Usa le agevolazioni avute dallo Stato sono state legate all’innovazione, in Italia qualsiasi governo non ha mai chiesto conto dei piani».