Ciao ciao Torino. Si è celebrata ieri l’ultima assemblea ordinaria degli azionisti Fiat nella città che da sempre è la casa del gruppo. John Elkann e Sergio Marchionne hanno colto l’occasione per dari i numeri sul presente e sul futuro della nuova Fca. L’amministratore delegato non ha mancato di esaltare la flessibilità e ha fatto l’ennesimo endorsement pro Renzi. Il rampollo di casa Agnelli ha annunciato sorprese che verranno comunicate il prossimo 6 maggio durante la presentazione del piano industriale a Detroit.

Ma alla riunione del gruppo non si è parlato solo di automobili. Marchionne ed Elkann hanno ribadito il loro ruolo in Rcs e di fatto hanno dato appoggio all’ad Pietro Scott Jovane che settimana scorsa era finito sotto attacco per uno sciopero poi rientrato dei lavoratori del gruppo. Jovane voleva darsi un premio di produzione per i tagli fatti al personale.

“Con Fca – ha detto Elkann – abbiamo finalmente la possibilità di giocare una partita vera e non più per la sopravvivenza in fondo alla classifica senza sapere se ci sarà un domani”. Nel 2014 Fca prevede di consegnare 4,6 milioni di vetture (nel 2013 erano state 4,35 milioni) e arrivare a 6 milioni entro 4 anni. Per il 2014 si punta a un utile della gestione ordinaria di 3,6-4 miliardi per un utile netto di 0,6-0,8 miliardi. Quanto al trasferimento della sede legale in Olanda e della sede fiscale a Londra Marchionne ha detto: «Sarei un ingenuo se non sapessi che ci sono aspetti emotivi non solo qui in Italia ma anche al di là dell’oceano legati alla storia secolare dei due gruppi. Fiat quest’anno compirà 115 anni, Chrysler 90 il prossimo. Può nascere la sensazione che si perda qualcosa, ma la nostra forza deriva proprio dall’unione di queste due realtà, ognuna conserverà la propria identità. L’identità di un’azienda non sta nella ragione sociale». La sede, ha aggiunto, è stata cambiata “per non offendere nessuno dei due gruppi”. Gli italiani però possono stare tranquilli – assicurano – perché se per Fiat il capitolo Termini Imerese è ormai chiuso in Italia “non ci saranno eccedenze di personale”. Con i prossimi investimenti verranno riassorbiti tutti i cassaintegrati di Mirafiori. Non montiamoci la testa e non usiamo “l’arroganza italiana”, però, perché – spiega Marchionne – è “Chrysler che ha salvato Fiat e non il contrario”. L’America di Obama ha fatto la sua parte, l’Italia no. Per questo “è essenziale creare un sistema di flessibilità che venga apprezzato all’estero” e “dare spazio” a Renzi. “I mercati lo apprezzano, è un periodo di luna di miele”.

Ma forse le novità più grande in questa ultima volta torinese per la Fiat riguardano Rcs e il Corsera. Nei giorni scorsi era girata la voce di un contrasto tra Marchionne ed Elkann, con l’ad pronto a liberare Fiat dal peso di Rcs che sarebbe potuta finire tutta e solo sulle spalle degli Agnelli. Ieri invece Marchioone ha negato “divergenze di opinione” con Elkann: “L’azienda si sta risanando, non è un’industria facile, avrà i suoi problemi ma la direzione è giusta”. Poi ha difeso il collega Jovane, ha bacchettato gli attacchi di azionisti di minoranza (leggi Della Valle) e ha annunciato che Rcs non verrà scorporata ma resterà “in pancia” a Fca. Elkann intanto ha rivendicato di aver salvato Rcs dal fallimento, ha detto che gli obiettivi previsti per il 2015 saranno già raggiunti quest’anno e ha aggiunto che “non ci sarà nessun altro investimento in Rcs, la società non ne ha bisogno”. Dunque nessuna nuova ricapitalizzazione, conferma dell’attuale management e al massimo un rappresentante nel Cda per Della Valle.