L’epidemia di Ebola che sta devastando l’Africa e ne ha superato i confini, incrocerà la Giornata mondiale dell’alimentazione, oggi alla Fao. L’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura ha lanciato un appello per il finanziamento di 30 milioni di dollari a favore del suo Programma regionale di risposta, per sostenere – da ottobre 2014 a settembre 2015 – circa 90.000 piccoli contadini, i più colpiti dall’epidemia in Guinea (8.000 famiglie), in Liberia (21.200) e in Sierra Leone (58.182 famiglie).

Il brasiliano Graziano da Silva, direttore generale della Fao, durante un incontro col presidente Usa, Barack Obama, ha espresso «grande preoccupazione» sull’impatto dell’epidemia sulla sicurezza alimentare e sui mezzi di sostentamento delle comunità colpite, quanto alla sua «potenzialità di causare un’insicurezza alimentare di lungo termine in tutta l’Africa Occidentale, come conseguenza di una prolungata sospensione tanto dei raccolti che delle successive semine» e ha auspicato programmi di prevenzione e risposte globali.

Secondo un rapporto della Banca mondiale, l’impatto economico del virus potrebbe superare i 32.000 milioni di dollari alla fine del 2015. La paura dell’Ebola, dice il rapporto, si propaga ancor più rapidamente del virus medesimo,che, secondo le previsioni mediche, potrebbe infettare 1,4 milioni di persone entro gennaio 2015. I contadini delle regioni colpite stanno già abbandonando il campo, per paura del contagio si viaggia di meno, le imprese straniere richiamano il personale. Una grave penuria nella somministrazione di materie prime come il cacao e il caucciù dell’Africa occidentale avrebbe conseguenze economiche globali. In compenso, se non si verificano altri casi, tra domani e lunedì,l’Oms dichiarerà la fine dell’epidemia in Senegal e in Nigeria

Ieri, la Cina si è impegnata a versare 50 milioni di dollari alla Fao a sostegno del programma dell’Organizzazione di «Cooperazione Sud-Sud». Lo ha annunciato il Primo ministro Li Keqiang: «Cibo per tutti è un diritto umano fondamentale dal quale tutti gli altri diritti umani dipendono – ha detto – . La Cina ha un ricordo amaro della fame e vuole vedere un mondo libero da fame e povertà. Siamo disposti a condividere senza riserve le nostre tecnologie e competenze».
Mobilitazione sociale, formazione del personale e attività di sensibilizzazione, sono gli assi centrali dell’intervento Fao contro il virus che ha già mietuto oltre 4.000 vite. In Guinea, Sierra Leone e Liberia i contagiati sono 8.399, 366 persone in più in questo mese, già molto in aumento rispetto alle cifre pubblicate qualche giorno fa dall’Organizzazione mondiale della salute (Oms). Anche 416 operatori sanitari che hanno avuto contatto con gli infetti hanno contratto il virus, 74 in Guinea, 201 in Liberia, 11 in Nigeria, 129 in Sierra Leone e uno in Spagna.

Negli Stati uniti vi sono già stati due casi di contagio, un’infermiera e un impiegato dell’ospedale presbiteriano di Dallas, in Texas, che ha prestato soccorso a un paziente liberiano, poi deceduto. Prima di mostrare i sintomi del virus, l’operatore sanitario ha viaggiato in aereo il 13 ottobre e per questo le autorità del Centro di controllo e prevenzione degli Stati uniti hanno avvertito del potenziale pericolo gli altri passeggeri del volo. Gli Usa hanno promesso 5 milioni di dollari alla Liberia come indennizzo al personale sanitario. Dopo aver raggiunto gli Usa e l’Europa, Ebola ora minaccia i paesi dell’America latina.

Nei giorni scorsi, vi è stata un’allerta in Brasile, in Perù e in Cile, subito però rientrata. I ministri della Salute degli undici paesi che fanno parte dell’Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America- Trattato di commercio dei popoli (Alba-Tcp) si riuniranno all’Avana il prossimo 20 ottobre per prendere misure comuni nella regione. Cuba è stata la prima a mettere in moto la solidarietà internazionale, inviando i suoi medici in missione nei paesi africani più colpiti.