La neo ministra della Famiglia Alessandra Locatelli

Non deve essere stato facile, per la deputata leghista Alessandra Locatelli, salire le scale del Quirinale per andare a prestare giuramento come neo ministra della Famiglia davanti a quello stesso Presidente della Repubblica giudicato «non imparziale» e prevenuto nei confronti del governo giallo-verde, tanto da aver aderito poco più di un mese fa ad una campagna per la rimozione del ritratto di Sergio Mattarella da tutti gli uffici pubblici della Lombardia. Ma la vicesindaca di Como non è certo tipo che si imbarazza, ed è sicuramente entusiasta di poter dare piena continuità all’impostazione scelta dal suo predecessore Lorenzo Fontana.

A sua volta, il ministro leghista che aveva anche la delega alle Droghe e che si era contraddistinto per la sua visione sulla Famiglia (unica) da ultrà cattolico, omofoba, patriarcale e pure proibizionista, sarà invece a capo del dicastero degli Affari europei, carica ricoperta fino all’8 marzo scorso dall’attuale presidente della Consob, Paolo Savona.

UN MINI RIMPASTO di governo, tutto in salsa verde, deciso dal premier Giuseppe Conte su proposta di Matteo Salvini, che arriva nello stesso giorno in cui l’eurodeputato di Forza Italia, Antonio Tajani, viene eletto presidente della Commissione Affari costituzionali del Parlamento Europeo. Il vicesegretario federale della Lega ha certamente quel marchio «sovranista doc» che al prof. Savona in fondo mancava, ma nel parterre europeo ciò non agevola l’incontro con Tajani che ha più volte, e anche recentemente, ricordato alla Lega il patto elettorale che la unisce al centrodestra e che, a suo dire, è «più importante del contratto di governo siglato con Di Maio».

La prima occasione per verificare la possibilità di incontro con il Ppe si presenterà con la partita che l’Italia giocherà in Commissione europea quando (e se) il Parlamento Ue confermerà l’incarico alla nuova presidente Ursula von der Leyen, molto vicina ad Angela Merkel (il voto è stato rinviato).

Il M5S tace, di un silenzio niente affatto sereno. Se infatti gli «auguri di buon lavoro» alla neo ministra Locatelli sono arrivati per via formale, espressi dai deputati pentastellati della commissione Affari sociali, al contrario sulla scelta di Fontana i 5 Stelle preferiscono la formula anonima. «Da quel che apprendiamo, alla Lega andrà il nuovo ministro italiano per gli Affari europei», detta alle agenzia una «fonte M5S».

«Ci aspettiamo presto dei risultati – continua la fonte – A Bruxelles c’è molto da fare, si impegni per cambiare subito le regole di Dublino. Bisogna da subito impegnarsi per superare il principio di chi prima accoglie i migranti poi gestisce. Ora i fatti». Peccato però che da due anni il Consiglio europeo tiene bloccata la riforma del Trattato di Dublino che il Parlamento Ue aveva approvato nel novembre 2017 con i voti contrari dei grillini e l’astensione della Lega, compreso l’allora eurodeputato Fontana. Una riforma che potrebbe essere la soluzione di molte attuali controversie tra l’Italia e gli altri Paesi europei in materia di flussi migratori.

«PENSO CHE LA PRIMA cosa è capire come si stia strutturando la Commissione, ci sarà da fare un dialogo profondo con tutti i Paesi, per capire quale sarà la maggioranza – ha commentato Fontana, riguardo la partita che si sta giocando a Bruxelles  – A me piacerebbe già che non si parlasse più di cordone sanitario, perché la ritengo una cosa insultante per il nostro Paese. La cosa giusta da fare da parte di chi governerà la Ue è ascoltare, serve un dialogo concreto e non fantasioso. Dobbiamo vedere se c’è la possibilità di non considerarci un Paese di serie B».

È decisamente più spianata, invece, la strada che ha davanti Alessandra Locatelli, se non altro perché il solco è già tracciato, e non sembra probabile che da esso possa scartare la 42enne lumbard, già «direttrice di Comunità per disabili intellettivi gravi presso Anffas Onlus» (come scrive sul suo profilo Fb), vicinissima a Salvini e al sottosegretario Molteni, che ha avuto una carriera fulminante passando in un anno dal partecipare ad un presidio permanente davanti ad un centro migranti di Como alla poltrona di vicesindaco.

«La famiglia deve rimanere al centro della politica italiana come è stato dal Congresso delle Famiglie di Verona in poi. Grazie a Lorenzo Fontana per il lavoro che ha svolto e anche per aver difeso il patrocinio di Palazzo Chigi al Congresso delle Famiglie di Verona che tante polemiche ideologiche e sterili sollevò – è il saluto rivolto dal Congresso Mondiale delle Famiglie e da Pro Vita e Famiglia – Confidiamo che porti la difesa della famiglia anche in Europa. Al neo ministro Alessandra Locatelli auguriamo buon lavoro e speriamo che segua le orme del suo predecessore». Resta tutto in famiglia, dunque. Quella leghista, sovranista e tradizionalista.