La cattura, la sparizione, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni non sono opera di qualche «mela marcia» interna al servizio delle forze dell’ordine egiziane ma hanno il marchio dello Stato. Quello presieduto dal generale golpista Abdel Fattah al Sisi. Ad affermarlo «senza ombra di dubbio» sono i genitori del ricercatore friulano e il loro legale, l’avvocata Alessandra Ballerini, che tornano a un anno di distanza in conferenza stampa al Senato con il presidente della Commissione diritti umani Luigi Manconi e con il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury. «Grazie all’intelligenza della procura di Roma e al coraggio dei...