La fame, questo antico mostro, negli ultimi quattro anni sta riconquistando terreno nel mondo. A dirlo è il rapporto pubblicato ieri dalle cinque agenzie dell’Onu (Fao, Ifad, Unicef, Wfp e Oms) che punta il dito soprattutto sul rapporto tra insicurezza alimentare e l’accentuarsi di fenomeni climatici estremi come piogge torrenziali, uragani e siccità che riducono la disponibilità di cibo e causano impennate dei prezzi agricoli.
Gli «affamati» – cioè coloro che non hanno abbastanza cibo per nutrirsi mettendo così a rischio la propria salute – sono 821 milioni nel 2017 e l’anno prima erano invece 804 milioni. Segno che, rispetto all’obiettivo «Fame Zero» che le Nazioni Unite si sono date entro il 2030, si sta tornando indietro. La situazione sta peggiorando – segnala il rapporto – soprattutto in Sud america e in Africa ma anche in Asia il rallentamento della sotto nutrizione sta rallentando. Negli ultimi tre anni la fame è tornata a livelli addirittura di un decennio fa.

Le cause della difficoltà di accesso a cibi nutrienti e sani – il rapporto classifica l’obesità come «fame nascosta», con incidenza maggiore, ovunque, tra le fasce più povere delle popolazioni – non dipende, certificano le agenzie Onu, soltanto dai cambiamenti climatici che si riflettono sulle colture agricole. Come fattori chiave vengono riconosciuti anche i conflitti armati, le crisi economiche – e conseguenti «perdite di reddito» – e gli «scarsi progressi» a livello globale nel garantire sicurezza alimentare a un crescente numero di persone. Il numero dei disastri legati al clima, come alluvioni e siccità, è raddoppiato rispetto all’inizio degli anni ’90 e «la prevalenza e il numero delle persone sotto nutrite tendono a essere più alti nei Paesi altamente esposti a eventi climatici estremi».

Scarsi anche i progressi della lotta alla malnutrizione infantile, che nel 2017 ha colpito 151 milioni di bambini sotto i cinque anni (nel 2012 erano 165 milioni). In Africa e in Asia, rispettivamente, il 39% e il 55% di tutti i bambini presenta ritardi nella crescita.

Quanto all’obesità, sta crescendo quella degli adulti mentre quella dei bambini si mantiene globalmente intorno al 5%. Nel 2017 più di un adulto ogni otto è sovrappeso in modo patologico. E se questa forma di malnutrizione grave, legata alle abbuffate di cibo ipercalorico a basso costo che riducono lo stress da insicurezza alimentare, colpisce soprattutto il mondo opulento e il Nord America, sta ora aumentando anche in Africa e in Asia. La denutrizione e l’obesità coesistono sempre più spesso e – si legge – «possono essere viste come fenomeni della stessa famiglia». Il rapporto definisce poi «vergognoso» il fatto che una donna su tre in età riproduttiva a livello mondiale sia affetta da anemia, con conseguenze significative sulla salute e lo sviluppo sia delle madri sia dei figli. In Africa e in Asia la prevalenza di questo fenomeno è tre volte superiore del Nord America.