Non è tempo per sovranisti, ma di Doppia Ipocrisia. Gli Stati Uniti ci chiedono di fare più bombe per i sauditi da rovesciare sui civili in Yemen ma ci impongono di non commerciare con l’Iran. Nel primo caso avremo la nostra fetta di utili e posti di lavoro. Rassicurando Riad e Israele.

Nel secondo, se osiamo esportare verso Teheran anche un paio di scarpe, finiremo sotto sanzioni Usa, irritando gli occhiuti servizi americani e israeliani. Chi sbaglia paga: se qualcuno poi si spinge a vendere qualche apparato hi-tech alla repubblica islamica rischia di finire in carcere, come è accaduto alla direttrice finanziaria della cinese Huawei.

Nessun problema invece per i 50mila yemeniti uccisi da bombardamenti e fame. Lì c’è licenza di uccidere: imprenditori e lavoratori siete avvertiti. Un ottimo spunto di riflessione sul nostro stato delle cose – italiano ed europeo – ce lo ha fornito ieri alla sala della Stampa estera la presentazione della video inchiesta «Doppia Ipocrisia» che ha vinto quest’anno il premio Roberto Morrione, uno dei pochi che finanziano gli under 31, dedicato a un grande giornalista che quasi 20 anni fa fu anche il primo a portami a Rainews dove il documentario è già stato tramesso: un messaggio nella bottiglia dell’informazione inviato anche a chi ha appena assunto le redini alla tv di stato.

L’indagine dei tre colleghi è iniziata nel gennaio 2018 dopo la pubblicazione di un’inchiesta del New York Times sulla fabbrica italiana di armi Rwm a Domusnova, Sardegna, filiale della tedesca a Rheinmetall (“il metallo del Reno”), uno dei colossi tedeschi degli armamenti.

La doppia ipocrisia del titolo è evidente. Dopo l’assassino del giornalista saudita Jamal Khashoggi, il cui mandante secondo la Cia è il principe Mohammed bin Salman, la cancelliera Merkel ha dichiarato che la vendita di armi ai sauditi rimarrà ferma fino a quando la vicenda non verrà chiarita.

In realtà l’export tedesco continua con le filiali estere della Rvm (una è anche in Sudafrica). La ’Doppia Ipocrisia’ investe naturalmente anche l’Italia. I nostri governi, anche quelli precedenti l’attuale, si trincerano cavillando che in Yemen non c’è una guerra dichiarata, altrimenti ci sarebbe il divieto di export. In realtà non è vero perché sappiamo benissimo che in Yemen è in corso un conflitto dal 2015 da parte di un coalizione araba capeggiata da Riad, il maggiore cliente di armi americano e occidentale.

E gli Stati Uniti dirigono anche i raid sauditi contro la ribellione degli Houthi, sciiti zayditi sostenuti dall’Iran e nel mirino dei jet di Riad da anni: nel 2008, nel Nord dello Yemen, già vidi bombardare gli Houthi dall’aviazione di Raid mentre gli ufficiali sauditi attraversavano la frontiera per pagare come mercenari i soldati dell’esercito yemenita per dare la caccia ai ribelli. Le guerre vengono da lontano ma facciamo finta che siano nate ieri.

La Doppia Ipocrisia riguarda pure l’Europa, ambigua mediatrice dei conflitti, che in realtà continua a dare fuoco alle polveri di tutte le guerre. La Rwm triplicherà la sua produzione per sfornare 15mila bombe l’anno e si prepara a diventare un vero polo militare progettando persino un campo prova missilistico. Non solo: i sauditi starebbero per entrare come soci nella Rwm sudafricana, così si completa il cerchio. Ma soprattutto si capisce bene che qui tutti lavoriamo alacremente per gli Stati Uniti: uno dei contratti più grossi per le bombe prodotte in Sardegna riguarda la Raytheon americana, gigante della produzione bellica.

L’aspetto più sconcertante è la cessione di sovranità europea e italiana per cui ci pieghiamo alle sanzioni americane contro l’Iran per favorire Arabia Saudita e Israele. Insieme alla doppia ipocrisia c’è quindi il consueto Doppio Standard che regola da decenni ogni questione mediorientale a danno di chiunque si opponga, dagli iraniani, ai palestinesi, ai siriani, al triangolo Washington-Riad-Tel Aviv.

Al G-20 di Buenos Aires quasi tutti i leader, con Putin in prima fila, sono andati a stringere la mano del principe saudita Bin Salman che ha diretto l’assassinio del giornalista Khashoggi: qui la ’Doppia Ipocrisia’ ha raggiunto i suoi massimi livelli. Il diritto internazionale non esiste, le risoluzioni Onu vengono stracciate, la giustizia calpestata, dei diritti umani non parliamo neppure. E’ la realpolitik, bellezza. Questo racconta «Doppia Ipocrisia», una sorta di autobiografia occidentale e di una nuova mala-educazione europea.