Chi non lo ricorda il perfido Battiato di Up Patriots To Arms quando canta «la musica contemporanea mi butta giù»? Che poi non intende solo la musica contemporanea «colta», ma pure quella «popolare», come si capisce da versi successivi tipo «spettacoli con fumi e raggi laser». A ogni buon conto tutti pensano a quella «colta» che per statuto viene definita musica contemporanea. E suggerire – amorosamente – ascolti di musica contemporanea in giorni di penitenza come questi durante i quali nessuno vuole essere «buttato giù» può essere impresa ardua.

EPPURE Battiato stesso ricorda con piacere i suoi mesi di studio a fianco di Karlheinz Stockhausen, uno dei numi della musica contemporanea radicale. «Era molto simpatico», racconta. C’è molta musica contemporanea penitenziale, è vero, ma ce n’è di più di appassionante piacevole e divertente. Proprio Stockhausen, quello di Gesang der Jünglinge (1955) è da mettere nella playlist dei giorni domiciliari. Un canto infinitamente polifonico di adolescenti accompagnato da impertinenti suoni sintetici circonda l’ascoltatore da tutti i lati, soave, misterico, suadente, ironico, interrogativo.

Si può abbandonarsi a uno Stockhausen più semplice, quello di Mittwochs-Gruss (Saluto del mercoledì), 1996. Seduce morbidamente ogni segregato dei tempi di virus. Con dolci onde sonore elettroniche che cullano e sciolgono ogni ansia. Ma un solo album edito nel 2003 dalla casa Col Legno si rivela un dispensatore di delizie. Si può attingere beatamente. Il titolo è Nothing is Real, il pianista protagonista è Marino Formenti alle prese con sei autori. Nothing is Real è un pezzo di Alvin Lucier del 1991. Un’atmosfera di sogni sereni, i più impossibili da realizzare ma lì sta il bello, un motivo facile che gira lentamente intorno, perduti amori che tornano in mente, una quieta deformazione del timbro (di volta in volta una pianola, un carillon, un sintetizzatore…).

C’È JOHN CAGE, naturalmente. La versione formentiana, leggera e leggermente perturbante, di Music Walk (1958): frammenti di programmi radio con privilegio a performances dei Beatles. Giusto che non manchi il maggior compositore italiano vivente, vale a dire Salvatore Sciarrino. E che titolo, e che musica «a programma» magnifica! Perduto in una città d’acque (1991) è un assorto vagare in zone segrete. Un pizzico di angoscia ma il viaggio si risolve in un incanto.

C’È GEORG FRIEDRICH HAAS nel cd, il sessantasettenne austriaco che è considerato il re della nuova avanguardia, con Hommage à Ligeti for two pianos (1995), classicamente ripetitivo, però uno dei due pianoforti suona all’unisono un quarto di tono sotto con effetto elettrizzante. A proposito di Haas. È autore di in vain (2000) per 24 strumenti. L’opera di cui un musicologo sapientissimo come Gianluigi Mattietti scrive (whatsapp privato): «Un autentico trip, da uscirne storditi come dopo aver assunto sostanze allucinogene». Uno sballo, insomma. E quando volete sballare se non in questi giorni assurdi?