Da circa due settimane è partito su tutti i media, con particolare accanimento in quelli vicini a Renzi, un attacco mediatico diretto a screditare la lista «L’altra Europa con Tsipras».

L’occasione è stata data dall’uscita del comitato dei garanti di Camilleri e Flores d’Arcais, per altro al momento finale di chiusura delle liste, dopo aver fatto insieme agli altri un ottimo lavoro malgrado tutte le difficoltà oggettive.

Certo è più semplice comporre le liste elettorali nei partiti «personali», dove c’è un capo-leader indiscusso che funziona da decisore insindacabile di ultima istanza. L’uscita dei due garanti è stata invece letta ed enfatizzata come l’ennesima prova della litigiosità della sinistra radicale, e quindi del suo inevitabile destino di autodistruzione. Come se non bastasse, si sono aggiunti pochi giorni fa, su TV7 e Sky, anche dei sondaggi che davano la lista al 2,9%, solo perché la domanda riguardava Sel, che veniva assimilata a l’intera lista «L’Altra Europa con Tsipras».

I risultati di questo attacco concentrico sono stati immediati. È incredibile la quantità di persone che mi hanno posto la domanda : «Ma perché litigate sempre?» oppure affermavano lapidariamente: «Ma siete sempre i soliti casinisti». Domande e affermazioni che venivano da persone che fino a poco tempo fa vedevano con interesse questa lista per via dei nomi prestigiosi che la sponsorizzavano. Già è difficile parlare di un’Altra Europa rispetto a quella che conosciamo, è difficile spiegare le differenze di questa lista rispetto alla sommatoria dei partiti di sinistra che abbiamo visto in passato, figuriamoci di fronte alla sproporzione tra i mezzi di informazione di cui dispongono i grandi partiti.

Eppure, novità positive non mancano e se n’è accorto anche Grillo che furbescamente ha dichiarato in una recente intervista a Enrico Mentana che «gli intellettuali che appoggiano questa lista potevano aderire al nostro partito (poi si è corretto «movimento», nda) in quanto sosteniamo le stesse cose». Niente di più falso. È vero che ci sono dei punti in comune, ma ci sono altresì distanze abissali che riguardano il rapporto con gli immigrati, in cui non sono mancate nel duo Grillo-Casaleggio espressioni vicine a quelle della Lega Nord, così come sulla rilevante questione dell’euro , dove sono note le prime proposte di Grillo (poi leggermente modificate) di «uscita dall’euro e svalutazione del 60 per cento della lira!!» ed è di segno opposto la proposta della lista per Tsipras che dice chiaramente: restiamo nell’euro, ma cambiamo radicalmente le politiche europee con una forte ristrutturazione del debito pubblico, che può essere assorbito tranquillamente dalla Bce se ci fosse la volontà politica di farlo. Ma, anche su questo punto cruciale del dibattito, i principali quotidiani nazionali hanno pubblicato nelle ultime due settimane delle tabelle che inseriscono la lista «L’Altra Europa con Tsipras» tra gli euroscettici, continuando a manipolare l’informazione.

Dobbiamo prendere coscienza del fatto che anche le migliori persone e intenzioni quando entrano nella competizione elettorale entrano in un mercato, nell’era in cui tutti gli aspetti della vita sono stati mercificati. Ne consegue che anche questa lista deve fare i conti, suo malgrado, con il marketing elettorale. Dato che qualunque marketing per essere efficace richiede investimenti e questa lista è la più povera che mai si sia presentata alle elezioni europee, si deve ricorrere alla sola risorsa che possiede in abbondanza: la qualità sociale e culturale dei suoi candidati. Ma non basta.

L’unico modo per opporsi a questa disinformazione è quello di fare emergere la creatività, scatenare la fantasia puntando a manifestazioni ad alto contenuto simbolico, e allo stesso tempo, mostrando il volto unitario di questa lista nelle iniziative di tutti i candidati.

* assessore alla cultura di Messina, candidato per L’Altra Europa con Tsipras