Scaduti i termini per la presentazione delle liste, fioccano le esclusioni. E i ricorsi. A Milano i Fratelli d’Italia sono, per ora, fuori tanto al comune che ai municipi. Esclusi dalla sfida delle circoscrizioni anche a Torino dove saltano anche due candidati sindaci: Alessio Ariotto (Pcl) e Roberto Salerno. A Cosenza fuori gli alfaniani di Cosenza popolare. A Napoli scure su due liste di De Magistris e in bilico quelle del Pd alle circoscrizioni.

Ma il caso più clamoroso è l’esclusione delle liste della sinistra a Roma. Saranno depositati oggi, al massimo domani i ricorsi al Tar con i quali Stefano Fassina e le liste a lui collegate (Lista civica per Fassina sindaco e Sinistra per Roma e liste dei municipi tranne le due in appoggio a Andrea Catarci, candidato al municipio VIII che hanno passato il vaglio) impugneranno l’esclusione dalla competizione per il consiglio comunale. Il Tar avrà tre giorni per decidere. La sentenza sarà pubblicata nello stesso giorno.

Da ieri il pool di legali incaricati dal Comitato (gli avvocati Pietro Adami, Arturo Salerni, Paolo Pittori e Carlo Contaldi la Grotteria) sta lavorando sui ricorsi. Il verbale della commissione elettorale circondariale certifica che mentre 801 firme sono risultate correttamente autenticate, in 679 casi «è priva della data in cui l’autentica è stata apposta». La legge stabilisce che le autentiche sono nulle se effettuate prima di 180 giorni dalla data del voto. Ma i legali sono convinti di avere una buona ragione dalla loro parte per sostenere che le firme sono state autenticate nel lasso di tempo richiesto: perché l’autenticatrice, la vicepresidente del quarto municipio Carla Corciulo, ha assunto questo incarico il 28 dicembre 2015, quindi entro i 180 giorni richiesti. E prima non avrebbe potuto autenticare le firme, non essendo appunto vicepresidente.

La Commissione ha avanzato un’altra motivazione per l’esclusione delle liste dei municipi (tranne quelle del IV): per la raccolta delle firme sono stati usati moduli vecchi, scaricati dal sito del ministero dell’interno, privi di una riga che contiene le nuove norme previste dalla Legge Severino in merito alle cause d’incompatibilità. Un errore materiale che si è verificato anche in altri comuni e anche per per le liste di altri candidati (quelle dei Fratelli d’Italia a Milano e di Cosenza Popolare, la formazione di Alfano, lo stesso ministro dell’interno). Ma nel caso delle liste Fassina i candidati interessati avrebbero comunque già completato e consegnato i documenti necessari con la modulistica aggiornata.