Siamo alle soglie dell’estate, un tempo che per molti è semplicemente sinonimo di dieta. Finalizzata ovviamente al recupero di quella forma fisica che, complici anche le restrizioni da Covid, si è persa per strada. Dovremmo però abituarci a ridare alla parola dieta il suo significato originario e intenderla quindi non come una furiosa restrizione limitata nel tempo, ma come una adesione costante alle abitudini nutrizionali che ci garantiscano un livello ottimale di benessere. Naturalmente all’interno di uno stile di vita salutare che comprenda anche una regolare attività fisica. In ogni caso a quale badare tra le molte proposte dietetiche spinte da pubblicità insistenti e che promettono risultati rapidi e mirabolanti, soprattutto sulla perdita di peso? Diete che hanno spesso i contorni e le caratteristiche di un oggetto di consumo, da vendere e da acquistare, invece che rappresentare un processo di cambiamento personale che garantisca risultati positivi anche nel lungo periodo. Ci dà una mano il Gruppo di Lavoro Giovani della Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu) che ha effettuato una rassegna sistematica degli studi scientifici disponibili riguardanti le diete più popolari, valutandone criticamente gli effetti sia sul peso corporeo che sui fattori di rischio cardiovascolare e metabolico (Advances in Nutrition, Volume 11, Issue 4, July 2020, Pages 815–833). I ricercatori dell’università di Firenze e di Milano hanno esaminato per ogni dieta tutta la documentazione scientifica disponibile per valutarne l’efficacia nonché i punti deboli o addirittura pericolosi. Quali le diete prese in considerazione? Quelle a basso contenuto di carboidrati, le iperproteiche, quelle con pochi grassi, la dieta paleolitica, la dieta a basso indice glicemico, il digiuno intermittente, la dieta mediterranea, quella nordica, la vegetariana e la Dash (Dietary Approaches to Stop Hypertension, assai simile alla mediterranea).

Ebbene, tra tutte quelle analizzate, la dieta mediterranea e la Dash hanno migliorato l’Indice di Massa Corporea, il colesterolo totale, la glicemia e la pressione sanguigna. Sono risultate le più bilanciate (prevedono il consumo di tutti i gruppi alimentari e favoriscono l’apporto di verdura, frutta, semi oleosi, cereali integrali e pesce) e quelle ottimali per gestire il peso e nella prevenzione delle malattie croniche. Una conferma che fa piacere.