Il rebus milanese potrebbe risolversi anche prima di mercoledì prossimo, data fissata per il prossimo e ultimativo vertice del centrodestra. A smuovere le acque è l’ex sindaco Albertini, che «per ragioni personali» si era detto indisponibile alla candidatura ma si conferma ora pronto a «dare il suo contributo» in veste di candidato vicesindaco, con tanto di una sua lista che, afferma lui stesso, i sondaggi accreditano del 5%.

Avrebbe il suo peso se si pensa che i sondaggi, giocoforza molto incerti in assenza di un nome sul quale consultare il campione, danno comunque l’uscente Sala in vantaggio sulla destra di 7 punti: 49% contro il 42%.
Albertini si dice pronto a formare il ticket con chiunque verrà indicato dal centrodestra «con una sola eccezione». L’eccezione si chiama Maurizio Lupi, il candidato su cui puntava Forza Italia e che in realtà i sondaggi danno come il nome più forte tra quelli che circolano in questi giorni.

Il pollice verso di Albertini dovrebbe però affondarlo definitivamente, tanto più che la Lega era già contraria a schierare un politico, preferendo rispettare anche qui la regola dei candidati non politici. Il de profundis lo recita infatti il commissario del Carroccio e assessore alla Comunicazione Bolognini: «Lupi è un gran politico e farà parte della squadra di politici che darà una mano all’amministrazione. Ma la Lega preferisce un civico».

La scelta sembra a questo punto ristretta a una rosa con tre petali: Maurizio Dallocchio, Fabio Minoli, che sarebbe il caposquadra preferito dallo stesso Albertini, e Oscar de Montigny, genero di uno dei principali generali dello stato maggiore storico di Arcore, Ennio Doris. Una decisione non è stata presa ma potrebbe arrivare presto. L’ultima parola spetta a Salvini e gli scommettitori puntano quasi t