Sono stati liberati nella tarda serata, i cinque attivisti italiani facenti parte di una delegazione di Antigone che martedì pomeriggio erano finiti in stato di fermo amministrativo a Nižnij Novgorod, in Russia.

Alessio Scandurra, Grazia Parisi e Michele Miravalle (di Antigone), insieme al  presidente nazionale dell’Arcigay, Flavio Romani, e a Valentina Calderone, direttrice dell’associazione A Buon Diritto erano stati fermati dalla polizia russa che ha fatto irruzione nella sala dove la delegazione era in riunione con alcune Ong locali per monitorare la condizione delle carceri russe e il rispetto dei diritti umani nel Paese.

«Il nostro ringraziamento – scrive in una nota l’associazione Antigone  – va alla diplomazia italiana, ai sottosegretari agli Esteri Benedetto Della Vedova ed Enzo Amendola, nonché all’ambasciata italiana per la sollecitudine con la quale si sono interessati al caso».

I cinque attivisti erano stati portati nella caserma locale verso le 15 di ieri, ora italiana, e sono stati interrogati per nove ore, fino a sera. Accusati di essere entrati nel Paese con un visto turistico anziché diplomatico, e di svolgere attività politica e propagandistica, i cinque italiani sono stati per questo multati.  Sinistra Italiana ha diffuso per prima la notizia. «Siamo stati trattati bene», ha riferito al telefono Valentina Calderone.

«I cinque si trovavano a Ninzhny Novogorod presso la sede dell’ONG russa “Committee Against Torture”. L’incontro era stato organizzato dall’associazione russa Man and Law, partner di Antigone in un progetto di scambio con la società civile russa – hanno spiegato in un comunicato congiunto Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, e Luigi Manconi, presidente di A Buon Diritto –  Fin dal primo momento sono stati allertati l’Ambasciata italiana in Russia e il Ministero degli Esteri che hanno lavorato  con grande sollecitudine al rilascio dei cinque, cui vengono contestate mere violazioni di carattere amministrativo legate ai motivi della presenza in Russia».

«Le autorità russe hanno voluto di fatto interrompere il lavoro di collaborazione tra le associazioni che in Italia si occupano dei diritti umani e le Ong russe», ha aggiunto successivamente Patrizio Gonnella.

Verso le 23 di martedì la polizia ha restituito i passaporti ai cinque attivisti che, dopo il pagamento di una multa, sono stati rilasciati. Dovrebbero rientrare in Italia giovedì.