Draghi lo ha annunciato ma l’obbligo vaccinale è in realtà ancora solo un’opzione possibile, non certa. Nella maggioranza non sarebbe una passeggiata. Salvini conferma che in ogni caso non uscirebbe dal governo, «non lasceremo certo la sinistra sola a governare per imporre nuove tasse e Ius Soli», ma annuncia subito il voto contrario all’obbligo vaccinale: «In caso di divergenze la Lega confermerà in Parlamento le sue posizioni di sempre». Tra le quali, specifica, c’è anche l’obbligo.

Se si trattasse solo della Lega il problema esisterebbe comunque: una spaccatura della maggioranza su un tema simile non sarebbe piacevole per Draghi, nonostante la sicurezza ostentata in conferenza stampa. Ma dubbi e resistenze circolano anche nell’altra metà della maggioranza. Enrico Letta aveva fatto sapere a botta calda di preferire l’estensione dell’obbligo di Green Pass senza andare oltre. Ieri è stato il turno di Giuseppe Conte, con la consueta circospezione: «Credo che il Green pass sia il modo migliore per tutelare salute ed economia. Dobbiamo spingere per l’obbligatorietà in tutte le situazioni in cui ci sono assembramenti, in prospettiva anche nei luoghi di lavoro. Non sono contrario all’uso sempre più diffuso del Green pass». Anche in LeU, la formazione del ministro della salute Roberto Speranza, qualche esitazione la si avverte, soprattutto pensando alla quantità di esposti e atti formali che certamente arriverebbero. Del resto lo stesso Speranza era apparso nella conferenza stampa di giovedì più prudente e attendista del suo premier.

A decidere, probabilmente, saranno le percentuali. Una data per l’estensione del Green pass ancora non c’è: comunque non oltre la metà di ottobre, probabilmente un po’ prima. Ci vorrà del tempo per trovare un’intesa nella cabina di regia politica in via di formazione, certo, ma soprattutto con le parti sociali. Il primo passo coinvolgerà i dipendenti pubblici, che tra personale medico e della scuola sono già in ampia misura sottoposti all’obbligo. Subito dopo però si dovrà passare al settore privato e lì non è possibile muoversi se non previa intesa con Confindustria e sindacati.

A quel punto tutto dipenderà dall’esito delle nuove regole del Green pass. Se, come avvenne in occasione del primo annuncio, porteranno a un’impennata delle vaccinazioni e la percentuale di non vaccinati si rivelerà ormai molto esigua, probabilmente il governo deciderà di soprassedere sull’obbligo. Se invece le percentuali dei privi di protezione resteranno significative Draghi forzerà la mano alla sua stessa maggioranza e introdurrà l’obbligo. La dichiarazione drastica di giovedì dovrebbe dunque essere letta come decisione ferma di procedere ma solo se sarà necessario.

Non che la percentuale di vaccinati sia l’unica variabile da considerare, però. Bisognerà vedere quanti saranno senza scudo nelle fasce più fragili e a rischio e anche lo stato della pandemia. Perché il governo sa benissimo che con la riapertura delle scuole i contagi, come già sta succedendo in Francia, saliranno di parecchio.