La Danimarca corre ai ripari per contenere i contagi. Il piano della premier socialdemocratica Mette Frederiksen, che dopo l’approvazione del parlamento dovrebbe entrare in vigore domenica e fino al 17 gennaio, prevede la chiusura di musei, cinema, teatri, bioparchi, parchi divertimento e luoghi per eventi, insistendo su test e vaccinazioni, come raccomandato dalla Commissione Epidemica e con conseguente protesta degli operatori culturali.

I ristoranti dovranno chiudere alle 23, ma dalle 22 non potranno più servire alcolici, mentre è della scorsa settimana la decisione di anticipare di una settimana le vacanze di fine anno per le scuole. «L’obiettivo non è zero infetti, ma piuttosto tenere sotto controllo l’epidemia in modo da non far collassare il settore sanitario», ha spiegato il ministro della salute Magnus Heunicke.

La Danimarca ha registrato 11.194 casi di Covid-19 in 24 ore, più di un quinto dei quali riconducibile alla variante Omicron. Da fine novembre, quando è stata rilevata, nel Paese sono 11.559 i contagi con la nuova variante soprattutto tra giovani di età compresa tra 20 e 29 anni. «Il nostro obiettivo rimane quello di mantenere la società il più aperta possibile», ha promesso Frederiksen ieri in conferenza stampa, escludendo i blocchi come quello deciso nella primavera del 2020 «perché abbiamo i vaccini».