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La Dama nera, Antonella Accroglianò, al centro della «cricca» dell’asfalto

La Dama nera, Antonella Accroglianò, al centro della «cricca» dell’asfalto

Nelle carte della procura un linguaggio in codice: i soldi erano «medicine»,le mazzette «ciliegie», la banda «la squadra»o «la scuola»

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 23 ottobre 2015

Antonella Accroglianò, nata a Cefalù ma ben addentro alla comunità calabrese di Roma e non solo. Di giorno tesseva la rete dei favori clientelari, in ufficio nei panni di dirigente «dove va tutti i giorni ma il suo principale lavoro è gestire il flusso di corruzione, trattar male chi ritarda i pagamenti», dice il procuratore Pignatone, di notte con l’abito più scintillane e via, alle feste mondane coi vip nelle case romane.

Una donna potente e ammanigliata. Amministrava appalti all’Anas, dove era entrata trent’anni fa, in una posizione apicale che le permetteva di muoversi indisturbata ai vertici della catena.

E si muoveva con spregiudicatezza, la dama nera. Tanto da «consigliare» ai titolari di un’azienda vincitrice di un appalto in Calabria di subappaltare alcune opere a ditte di imprenditori contigui ai clan reggini. La vicenda riguarda una serie di opere pubbliche nel comune di Palizzi in cui la donna avrebbe da un lato chiesto l’assunzione di operai e geometri alla ditta vincitrice dell’appalto e, dall’altro, avrebbe esercitato «pressioni inequivoche affinché la fornitura del calcestruzzo e il movimento terra, attività notoriamente di interesse quasi esclusivo delle cosche in quei territori, venisse affidato ad una persona di fiducia, che avrebbe così garantito la sicurezza del cantiere da interventi o pressioni di gruppi criminali egemoni in quella zona».

Quando aveva bisogno di agganci nei Palazzi sapeva a chi rivolgersi. Il suo presunto referente politico era Luigi Meduri, Gigi per gli amici, che al ministero di piazza della Croce Rossa era uomo potente e scaltro.

Sebbene non più sottosegretario ai Trasporti (lo fu dal 2006 al 2008) lo scorso anno avrebbe messo a disposizione il suo bel pacchetto di voti per far eleggere il fratello della dama nera, candidato alla regione Calabria nelle liste dell’Udc nel centrosinistra. Fratello che, le elezioni, le perse: e così Meduri avrebbe brigato per fargli ottenere un importante incarico all’interno di una società partecipata della Regione, sempre dietro richiesta di Antonella. Pronto lo scambio: per un fratello che entra, due geometri, molto vicini a Meduri, sarebbero entrati in Anas.

Fra la dama nera e l’ex presidente della Calabria c’era un rapporto stretto: sempre Meduri secondo la procura fece «da intermediario tra la stessa Accroglianò e due imprenditori catanesi – Concetto Bosco Lo Giudice e Francesco Costanzo – che avrebbero ritardato il pagamento di una tangente».
Mazzetta per un appalto da 145 milioni per la realizzazione della cosiddetta Variante di Morbegno in Lombardia. L’appalto, infatti, era stato vinto dai due imprenditori catanesi che, attraverso Meduri, avrebbero chiesto all’Anas, e dunque all’ufficio della dama nera, l’autorizzazione alla cessione di un ramo d’azienda. In realtà, dicono gli investigatori, «si trattava di una vera e propria cessione del contratto d’appalto, pratica normativamente illecita».

Per queste «pratiche» gli investigatori hanno documentato almeno sei passaggi di denaro, dal dicembre 2014 all’agosto 2015, per un totale di circa 150 mila euro. Soldi, molti dei quali la dama nera avrebbe portato a casa della madre, un modo intelligente per «occultare tracce compromettenti in caso di perquisizioni domiciliari». Un giorno fu costretta a nasconderli, molto probabilmente perché temeva un controllo da parte delle Fiamme Gialle, così chiamò la madre: «Mamma, ti porto i medicinali» si sente dire nelle intercettazioni. «Perché? Sei matta? Io sto bene!» risponde la madre senza capire che «i medicinali» sono soldi. D’altronde Antonella, che agli altri arrestati chiedeva di fare «scuola» o «squadra», per ogni cosa aveva un nome. Il denaro erano o «i medicinali» o la «ciliegia».

L’attuale presidente di Anas Gianni Vittorio Armani ieri, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano dello scandalo, ha detto di non aver mai conosciuto l’ex sottosegretario Luigi Meduri e sulla dama nera, ha dichiarato: «Accoglianò? L’ho incontrata una volta. Era stata sottoposta a una valutazione esterna ed era stata valutata non adeguata, in base a criteri manageriali».

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