Anche se con ritardo, l’esecutivo catalano inizia lentamente a reagire di fronte alla situazione critica rispetto ai focolai a Barcellona e Lleida. Dopo che il posto era rimasto vacante per più di un mese e mezzo, finalmente il ministero della salute catalano è riuscito a nominare ieri un nuovo segretario di salute pubblica, il punto di riferimento più importante dell’attenzione sanitaria soprattutto nel caso di un’emergenza sanitaria.

Questa settimana poi finalmente il Govern ha deciso di incorporare 500 nuovi caccia-contatti (che si aggiungono ai ridicoli 120 che aveva finora) che verranno dispiegati nei centri di attenzione primaria, e non in un call center come finora. L’esecutivo catalano si era mosso finora nell’idea che il picco dei contagi si sarebbe raggiunto solo in autunno.

E invece in tutta la Spagna nell’ultima settimana si sono contabilizzati quasi 5700 casi, più della metà dei quali in Catalogna. Ieri il ministero della salute catalano ha comunicato 1200 nuovi casi, di cui più di 700 fra Barcellona e zone limitrofe a sud.

Secondo il rapporto dell’Istituto Carlos III, il seguimento dei contatti degli infettati in generale in tutta la Spagna è molto basso, ma la Catalogna è all’ultimo posto, con zero contatti (nella Comunità valenziana, alle Canarie o in Andalusia, si parla di 5 o 6 contatti identificati per ogni infettato).

Ieri l’esecutivo catalano si è visto con i 13 sindaci colpiti dalle ultime misure, quelli dell’aerea metropolitana di Barcellona, che tra le altre cose hanno chiesto dati affidabili e in tempo reale alla Generalitat (solo Barcellona dispone di dati propri, attraverso la sua Agenzia di salute pubblica). Secondo quanto riportato dalla sindaca di Barcellona Ada Colau, il president Quim Torra avrebbe ammesso che era necessario “affinare” alcune delle misure più incoerenti. In particolare, la prima cittadina di Barcellona vorrebbe rivedere le misure di chiusura delle palestre, dove non si sarebbero verificati contagi, e eventi culturali.

“Non ci consta che i contagi stiano avvenendo in questi luoghi, ma nell’ambito di incontri sociali”, ha detto la sindaca, che si è anche decantata per un limitamento dell’accesso alle spiagge, ma in maniera coordinata con gli altri comuni della costa. Quel che è certo è che nessuna amministrazione sembra preparata ad affrontare un nuovo confinamento stretto, mentre commercianti e hotel lamentano la caduta degli affari.