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Come si può usare la rete per rilanciare la politica e la cultura libertaria? Com’è possibile ripensare un modello comunicativo digitale senza subire l’omologazione dei social network? Cosa tiene insieme il culto del selfie e la passione per l’anonimato? In che senso la teoria critica è utile per la prassi politica in rete? Per avere risposte a queste domande sarà utile sentire il media theorist olandese Geert Lovink che la prossima settimana sarà a Roma Tre, invitato dal dipartimento di filosofia, comunicazione e spettacolo.

Si tratta di uno degli studiosi europei più famosi per la critica a Internet e alle pratiche narcisistiche dei social network. Ha scritto libri come Zero Comments (2007) e Ossessioni collettive (2012) e sta per pubblicare Social Media Abyss, che uscirà per Polity Press tra breve e sarà presto pubblicato anche in italiano da Egea edizioni. Il libro prosegue il suo progetto di critica alla cultura della rete e si sforza di elaborare e sostenere pratiche di riorganizzazione alternativa degli strumenti sociali in rete perché supportino i movimenti politici grassroot. L’impegno politico di Lovink è testimoniato dalla sua adesione al movimento di sinistra fondato da Yanis Varoufakis Democracy in Europe Movement (DIEM25), lanciato lo scorso 9 febbraio a Berlino.

Ad Amsterdam Lovink dirige l’Institute of Network Culture, da lui fondato nel 2004, un punto di riferimento europeo per la critica alla cultura di Rete e alle sue trasformazioni (finanziamento dell’arte digitale, nuove forme di pubblicazione, estetica e politica dei video online, cultura dei motori di ricerca, riorganizzazione della conoscenza in rete). Ospita anche il MoneyLab, un osservatorio sulle forme alternative di pagamento e gestione del denaro. Tutto il progetto ha un forte orientamento verso la prassi politica nelle pratiche comunicative digitali. Il centro organizza incontri che coinvolgono, oltre a studiosi, mediattivisti, artisti digitali e partecipanti alle esperienze di autogestione. Dunque, arte, mediattivismo e studi critici come strumenti di riprogettazione di una nuova convivenza civile, uno spazio di cittadinanza vivibile e inclusivo, non importa se urbano o online.

Lunedì 29 febbraio (ore 15) seminario su Critical internet culture: from selfie cult to mask design.
Martedì 1 marzo (dalle 10 alle 18) Masterclass per studenti, dottorandi e docenti su Issues in critical internet studies (Aula Matassi, Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e spettacolo di Roma Tre (Via ostiense 234)