Niente Albione contro i Bleus. In finale ci vanno i croati (2-1), che tra quattro giorni per la prima volta nella loro breve storia si giocano, la Coppa del Mondo, contro i transalpini. C’è stato bisogno dei supplementari, come più di una volta in questo torneo livellato verso l’alto, senza troppi squilli dai fenomeni più attesi e che ha premiato le squadre compatte, con gambe svelte e portieri in vena di show ai rigori. Un gol dello juventino Mandzukic ha spedito in paradiso quattro milioni di tifosi croati. Per la giovane e ambiziosa Inghilterra, ricca di talento ma eternamente assente quando conta, l’ennesima occasione perduta, con l’unico successo ai Mondiali (1966) ormai troppo datato.

Dunque, una finale inedita, e la Croazia stavolta non si è fermata sul più bello come venti anni fa in Francia, con la generazione d’oro di Davor Suker, Zorro Boban, gli ex juventini Tudor e Jarni spedita verso l’uscita (poi terza) in semifinale da una doppietta di Thuram, prima che Zidane e compagni battessero in finale il Brasile di Ronaldo. Eppure dopo la drammatica serie di rigori conto la Russia, i croati sembrano sulle gambe. Soprattutto Modric, la figura barometro della squadra, pagava le fatiche del torneo. Per gli inglesi, invece, una marcia in più nel primo tempo. Prima, la punizione vincente dal limite, quinto minuto, della rivelazione Trippier, poi due occasioni clamorose con Kane (palo a 20 centimetri dalla porta, il frame che ha cambiato la partita) e Lingard.

Ma nella ripresa è un altro copione, la bellezza del calcio che non conosce regole: Croazia all’attacco, Inghilterra schiacciata e con poca ripartenza, sino alla rete fantastica, di esterno, da cintura nera di karate, di Perisic, poco prima del 70esimo minuto, con l’interista che centrava il palo un minuto dopo. E con gli inglesi in trance, appesantiti, messi all’angolo dal peso di veder sfumare un sogno lungo 52 anni, nonostante il sostegno dei tifosi con God Save the Queen.

Ma nulla di fatto, fino al 90esimo minuto. Extratime, il croato Vrsaljko a salvare sulla linea su colpo di testa di Stones, Mandzukic che tirava sul portiere inglese Pickford nella prima parte. Poi Brozovic a un passo dal 2-1, sino a Mandzukic che con un radente sul secondo palo in area spegneva i sogni inglesi. E ora, i francesi, i migliori nel corso del torneo, con la  rivelazione dei  Mondiali Mbappè e con la generazione della prima parte degli anni Novanta che davvero potrebbe prenotarsi per un’era di successi (Pogba, Griezmann, Varane).

Resta la delusione per i  britannici, a un passo dal sedersi di nuovo al tavolo che conta, così convinti di vincere da aver inoltrato oltre 200 mila richieste – una petizione online – di un giorno festivo per il 16 luglio, poche ore dopo la finalissima. Da pionieri del pallone a eterni incompiuti. E più delusi che a Italia ‘90 (fuori in semifinale con la Germania) o a Euro ‘96.