La Sardegna rischia veramente di rimanere isolata. Soprattutto per i sardi. Sia per ciele che per mare.
La continuità territoriale aerea con «il continente» era assicurata da Meridiana e da Air Italy fino a pochi mesi fa. Ad aprile scorso la compagnia ora in liquidazione si chiamò fuori dal bando, lasciando il campo ad Alitalia, dando già il segno forte di come sarebbe finita Air Italy.
La continuità territoriale, che garantisce una sovvenzione pubblica in cambio di tariffe calmierate e un numero minimo di collegamenti quotidiani, è in scadenza. E da qui all’inizio dell’estate potrebbe scoppiare il caos.
Il bando non è ancora arrivato. La Regione non è ancora riuscita a pubblicarne uno nuovo per i voli in convenzione. Il governatore sardo Christian Solinas sta cercando una mediazione con Bruxelles. Il rischio è che d’estate molte compagnie europee sfruttino il mercato agostano e poi spariscano.
Ma anche dal fronte navale le cose non vanno meglio. Anche in questo caso la convenzione con lo Stato è in scadenza e sul rinnovo si addensano neri nuvoloni. Gli stessi che sono sopra Tirrenia. L’ex compagnia di bandiera acquisita dall’armatore di Moby Vincenzo Onorato prima con una cordata e ora da solo, per ora ha in mano i collegamenti in «continuità territoriale» e incassa i ricchi contributi. Ma la situazione del gruppo di Onorato rischia di precipitare: il rischio di un crac, denunciato nei giorni scorsi dai sindacati, l’ha prefigurato persino il tribunale di Milano. A fine gennaio si è tenuto uno sciopero di Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt contro la chiusura delle sedi di Napoli e Cagliari e il ricollocamento del personale a Livorno, Roma e Milano. Ma anche a Cagliari e negli altri porti la preoccupazione è tanta.
«La Sardegna ormai è isolata: la continuità aerea non è più garantita e quella navale è fatta da Tirrenia che rischia di fallire. Anche per questo chiediamo che il governo a Roma si faccia sentire», denuncia la Filt Cgil.