All’odierna convocazione al Mise degli amministratori straordinari del gruppo Condotte, terzo gruppo italiano delle costruzioni in grave crisi finanziaria, ci saranno anche quelli della controllata Inso, anch’essa in amministrazione straordinaria ma in condizioni di salute ben diverse. “Stiamo vivendo una situazione paradossale – raccontano i lavoratori Inso, specializzati nella progettazione di strutture ospedaliere – perché rischiamo di fare una brutta fine nonostante le commesse che abbiamo, non solo in Italia e in Europa ma anche in Sudamerica e Medio Oriente”.
Per questo i 300 addetti diretti di Inso (altrettanti nell’indotto) ieri hanno scioperato, manifestando sotto il Consiglio regionale toscano. In parallelo una loro delegazione incontrava il gruppo consiliare del M5S per sollecitare l’intervento del governo. Mentre il presidente toscano Enrico Rossi, il suo “assessore ombra” al lavoro Gianfranco Simoncini, e l’assessore fiorentino Federico Gianassi, facevano il punto della situazione con due dei commissari straordinari, Giovanni Bruno e Matteo Ugetti.
“Agli amministratori straordinari – spiega Stefano Angelini della Fiom Cgil fiorentina – è stato fatto presente che per Inso si deve aprire una procedura di cessione di azienda, perché non può continuare a vivere in questa situazione di stallo a causa della crisi di Condotte. Se sta ferma perde valore sul mercato. E rischia anche di veder sfumare le manifestazioni di interesse, di cui due vincolanti, avanzate in questi mesi da gruppi industriali che ben conoscono il valore di Inso e della sua controllata Sof”. Nel mentre da Bruxelles arrivava il via libera dalla Commissione Ue ad una garanzia statale di 190 milioni a Condotte, per consentire al gruppo di far fronte alle necessità di liquidità più urgenti.