Dopo il presidente operaio, adesso c’è anche il deputato operaio. Anzi il cittadino-deputato-operaio. Che al contrario degli operai veri, che in passato sono saliti in cima a una gru o sul tetto della loro fabbrica che stava chiudendo, si organizza: trolley, acqua, cibo e coperte per passare la notte all’aperto. E’ la protesta inscenata ieri pomeriggio da alcuni deputati del M5S contro il ddl di riforma costituzionale in discussione alla Camera. «Facciamo come gli operai che per protestare salgono sui tetti delle fabbriche», spiega Alessandro Di Battista, uno dei deputati pentastellati protagonisti della protesta. Aggirando la sorveglianza del palazzo in dodici sono riusciti a raggiungere il tetto di Montecitorio e a srotolare un enorme striscione con la scritta «La Costituzione è di tutti». Il riferimento è a quanto sta accadendo in aula, dove si tenta di modificare l’articolo 138 della Carta, vera sentinella in difesa della Carta visto che regola le procedure per modificarla. Da Genova Beppe Grillo esulta: «I nostri parlamentari sul tetto di Montecitorio, stanno per fare un gesto eclatante» scrive, mentre su Facebook sempre Di Battista spiega: «Ci hanno costretto. Non ascoltano i cittadini. Non vogliono il cambiamento. I partiti non vogliono il cambiamento. Vogliono che l’Italia continui a sprofondare». A protestare con Di Battista sul tetto ci sono i colleghi Laura Castelli, Carlo Sibilia, Alessio Villarosa, Manlio Di Stefano, Dalila Nesci, Sergio Battelli, Filippo Gallinella, Maria Edera Spadoni, Massimo Artini e Giuseppe D’Ambrosio. «Conoscendoli rimarranno sul tetto», assicura il capogruppo alla Camera Riccardo Nuti. «Stanotte dormono là. Si sono portati acqua, da mangiare e coperte. Deve passare il messaggio che la Costituzione è di tutti e non di questi partiti che la violano e ne fanno loro uso e consumo». L’occupazione del tetto di Montecitorio fa surriscaldare il clima in aula. Pd e Pdl insorgono contro la protesta, mentre la presidente Laura Boldrini convoca l’ufficio di presidenza assicurando che «verranno presi provvedimenti». «Ci si attiene alle regole», dice fermando il dibattito e spedendo il questore della Camera sul tetto per trattare con gli occupanti. Ma è dai banchi del Pd che partono le proteste più dure. «Sul tetto della Camera è in atto una pagliacciata – dice il deputato Ettore Rosato – serve un intervento a difesa del parlamento». Rosato chiede anche «conseguenze» per l’esposizione dello striscione con il simbolo M5S. «Una scena meschina», dice la grillina Giulia Grillo attaccando Rosato, mentre il collega pentastellato Giovanni Burtono si imbarca in una lite con un commesso. Deve intervenire il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, anche lui M5S, per chiedere rispetto per i dipendenti della Camera «che fanno solo il loro dovere». Le parole più dure arrivano però dalla presidente Boldrini. «Il regolamento dà tante possibilità per fare un’opposizione costruttiva, ogni tipo di opposizione. Non c’è bisogno di fare gesti così eclatanti», spiega fuori dall’ufficio di presidenza. Infastidita soprattutto per l’esposizione dello striscione con il simbolo M5S. «Questa è la Camera – ricorda -. Fare un’azione così, per dimostrare di essere i migliori è qualcosa che non si capisce».