Nuovo capitolo nella “guerra dei giudici” che sta facendo traballare l’Unione europea. Ieri, la Corte di Giustizia della Ue, con un inedito intervento, ha risposto alla sentenza della Corte costituzionale di Karlsruhe, che all’inizio della settimana ha dato tre mesi di tempo alla Bce per chiarire la «proporzionalità» degli acquisti di debito pubblico degli stati membri dal 2015 al 2018, richiesta che riguarda l’operato ai tempi della presidenza di Mario Draghi ma che mette un’ipoteca sulle azioni attuali di Christine Lagarde per rispondere alla crisi causata dal Coronavirus. La questione è sulla preminenza del diritto comunitario su quello nazionale, sollevata dai giudici di Karlsruhe: «per garantire un’applicazione uniforme del diritto dell’Unione, solo la Corte di Giustizia, istituita a tal fine dagli stati membri, è competente a constatare che un atto di un’istituzione dell’Unione è contrario al diritto dell’Unione stessa». Cioè, la Corte di Giustizia dice ai giudici di Karlsruhe, benché «costituzionali», che è la sola competente a giudicare la legalità degli interventi della Bce. «Eventuali divergenze tra i giudici degli stati membri in merito alla validità di atti del genere potrebbero compromettere infatti l’unità dell’ordinamento giuridico dell’Unione e pregiudicare la certezza del diritto», rispondono dalla Corte basata a Lussemburgo, secondo i quali «al pari di altre autorità degli stai membri, i giudici nazionali sono obbligati a garantire la piena efficacia del diritto dell’Unione. Solo in questo modo può essere garantita l’eguaglianza degli stati membri nell’Unione da essi creata» (già la Polonia si sta aggrappando alla sentenza di Karlsruhe, per rivendicare la legalità della riforma della giustizia, giudicata invece contraria alla giurisdizione dell’Unione e l’Ungheria è pronta a seguire questa strada).
Con l’intervento della Corte di giustizia nel giorno della capitolazione tedesca del ’45 e della celebrazione del Victory Day (festivo in quasi tutta Europa, per la prima volta anche la Germania, che ricorda la fine del nazismo) e in occasione della Festa dell’Europa oggi, tutte le istituzioni della Ue stanno facendo blocco attorno alla Bce, dopo la bomba lanciata da Karlsruhe.
La Commissione ha ribadito la «preminenza» del diritto europeo, Lagarde ha ricordato che la Bce è un’istituzione «responsabile davanti al Parlamento europeo e sotto la giurisdizione della Corte di Giustizia». L’importante è spegnere l’incendio che rischia di divampare e travolgere l’euro e la Ue, nelle derive del «si salvi chi può» che minacciano l’orizzonte in seguito alle conseguenze economiche del Coronavirus. Josep Borrell, Mr.Pesc, ha ricordato che con le tensioni in corso «rischiamo di distruggere il mercato interno», in un contesto mondiale dove il Coronavirus sta facendo «esplodere l’ordine multilaterale», già messo in difficoltà dai nazionalismi risorgenti. Il commissario Thierry Breton ha affermato che senza il mercato interno l’industria tedesca e olandese «sono condannate», perché esportano rispettivamente il 50% e il 60% della produzione negli altri stati membri. La “guerra dei giudici” è ora un momento-chiave per l’Unione europea, perché sottintende la questione esplosiva di chi pagherà la crisi.