Niente eccesso di delega, niente disparità di trattamento tra parlamentari e amministratori locali e non si può parlare di sanzione retroattiva. Rispondendo tre volte no, la Corte costituzionale ha sancito per la seconda volta la costituzionalità della legge Severino, che impone la decadenza e la sospensione dal parlamento e dai consigli comunali e regionali dei politici condannati per alcuni reati. Un ricorso riguardava il caso di Vincenzo De Luca. Il governatore della Campania non avrebbe potuto insediarsi alla presidenza della regione – perché condannato a un anno per abuso di ufficio – ma fu salvato dal tribunale civile di Napoli che sospese l’applicazione della legge Severino, impugnandola davanti alla Consulta. De Luca è stato successivamente assolto dalle accuse in secondo grado.