Mentre si preparano cordate e si favoleggia una ricapitalizzazione per guadagnare qualche altro mese di ossigeno, l’ultimissima novità su Banca Marche proviene dai corridoi della procura di Ancona. Qui, infatti, nei mesi scorsi sono stati presentati due esposti da parte dello stesso istituto di credito.

La prima segnalazione è del 28 febbraio e riguarderebbe alcune operazioni di leasing nei confronti di dieci società; mentre la seconda lettera – presentata l’8 marzo e integrata il 6 maggio – comprenderebbe sei posizioni di credito. Il totale, al dunque, fa sedici gruppi e società segnalati alla magistratura dalla banca, che nei mesi scorsi ha portato avanti un’indagine al proprio interno, sotto la spinta del direttore generale Luciano Goffi, avallata dal presidente Masera e disposta dal consiglio di amministrazione, con i controlli che si sono incentrati sulle prime 50 posizioni a rischio in Banca Marche e Medioleasing, che detiene il portafoglio dei contratti.

L’inchiesta era stata affidata allo studio legale Bonelli Erede Pappalardo, con i tre avvocati che hanno passato gli ultimi mesi a controllare e ricontrollare presunte anomalie nel sistema di istruttoria, erogazione, gestione e controllo del credito, con pesanti ombre che si allungano sulle passate amministrazioni dell’istituto. Altro passo di questa «operazione trasparenza» è stato fatto lo scorso 30 maggio, quando il consiglio di amministrazione ha dato incarico alla società Accurancy di svolgere attività di informatica forense, cioè di accertamento della sussistenza e dell’eventuale entità dei danni inflitti alla banca, con «nesso di causalità tra gli inadempimenti accertati e i danni stessi».

Si tratta, dunque, di un repulisti interno volto ad evitare il deflagrare di una bomba che potrebbe portare l’istituto marchigiano sulla stessa drammatica strada di Monte dei Paschi di Siena. D’altra parte, Banca d’Italia ha già cominciato a guardarsi intorno e, onde evitare di trovarsi impreparata qualora la situazione dovesse crollare, ha già, di fatto, imposto un suo uomo alla presidenza, il vecchio alfiere della finanza italiana Rainer Masera. Non dovesse riuscire il salvataggio, la voce più diffusa è che baracca e burattini passeranno nelle mani di Intesa Sanpaolo, già dentro con il 5.84% delle azioni.

La situazione è difficilissima: le operazioni segnalate in procura avrebbero compromesso i conti della banca: il gioco sporco ha costretto l’istituto a correre ai ripari con ingenti accantonamenti su crediti deteriorati nel bilancio 2012 del gruppo, chiuso con una clamorosa perdita da 527 milioni di euro. Il prossimo passo importante è previsto per il 29 agosto, quando dovrà essere approvato il semestrale e arriverà un nuovo aggiornamento sullo stato di salute delle casse. Il giorno successivo, infine, i lavoratori di Banca Marche sciopereranno contro «i livelli occupazionali previsti dal piano industriale 2013-2016» e la cessione degli asset.