L’inchiesta sulla coop rossa Cpl Concordia, dopo aver travolto il sindaco Pd di Ischia, prende la via del casertano e tra gli indagati finisce Lorenzo Diana, ex senatore Ds e simbolo dell’anticamorra. Secondo la Dda di Napoli, i vertici della cooperativa emiliana avrebbero stretto un accordo con i Casalesi grazie all’intermediazione di Antonio Piccolo, imprenditore con affari nel centro Italia ma, soprattutto, organico alla fazione Zagaria. Ieri sono state eseguite otto misure cautelari (tra cui sei arresti), di nuovo nei guai i vertici della coop modenese a cominciare dall’ex presidente Roberto Casari (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa).

A indirizzare le indagini anche le rivelazioni del boss pentito Antonio Iovine. L’accordo riguardava la metanizzazione di 7 comuni casertani (Casal di Principe, Villa Literno, Casapesenna, San Cipriano d’Aversa, Villa di Briano, San Marcellino e Frignano). Il Consorzio Eurogas fu costretto dai clan a cedere la concessione per i lavori a titolo gratuito alla Cpl. Due mesi dopo venne promulgata la legge 266/97 che stanziava risorse pubbliche per la metanizzazione nel Mezzogiorno.

Alla camorra Concordia avrebbe affidato i subappalti, versato una tangente «già inserita dalla Cpl nel prezzo dei lavori» e girato una «grossa fetta dei contributi pubblici» (23 milioni). Gli accordi prevedevano l’assunzione nella coop di affiliati, come l’autista di Iovine, all’epoca latitante. Persino i locali affittati dalla Cpl a San Cipriano erano di proprietà di parenti del boss pentito. Si è scoperto che, per risparmiare sui lavori, le ditte di camorra hanno interrato i tubi a 30 centimetri, anziché i 60 prescritti, rendendo le condutture pericolose.

Secondo il procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli, Lorenzo Diana (indagato per concorso esterno) avrebbe avuto un ruolo di «facilitatore». All’epoca era nella commissione parlamentare Antimafia, nella commissione Lavori pubblici e consigliere del comune di San Cipriano: avrebbe esercitato «un intervento sulla prefettura di Caserta per quei comuni compresi nel Bacino, sottoposti a commissariamento per infiltrazioni mafiose, per ottenere le delibere di approvazione della concessione e dei progetti presentati dalla Cpl nei tempi previsti per accedere ai finanziamenti pubblici».

Tutto ciò «nella consapevolezza dell’esistenza dell’accordo per l’affidamento diretto dei lavori a imprese dei casalesi». A San Cipriano ci sarebbe stato poi un patto tra Piccolo, Diana e il sindaco Raffaele Reccia per affidare gli appalti per un milione a società di parenti del sindaco. E i due politici avrebbero ottenuto «appoggio nelle competizioni elettorali».

La Cpl ha anche assunto il figlio di Diana, lo stesso figlio per cui Diana avrebbe chiesto favori a Manolo Iengo, sostituto procuratore federale della Figc, in cambio di incarichi professionali per 10mila euro al Caan, il centro agroalimentare di Volla controllato dal comune di Napoli, di cui Diana era presidente. Il sindaco Luigi de Magistris ieri lo ha sospeso.