«L’accesso ai giornalisti nell’area di Lyman non è ancora permesso: le truppe russe hanno lasciato dietro di sé una gran quantità di mine». È la motivazione ufficiale che, a oggi, le autorità ucraine hanno fatto pervenire ai molti corrispondenti internazionali che vorrebbero documentare la situazione sul campo dopo la riconquista della cittadina del Donbass.

Ogni giorno nuove immagini mostrano i resti della ritirata russa: mezzi carbonizzati, cadaveri sul ciglio delle strade, armamenti vari abbandonati, ma finora a Lyman c’è solo l’esercito. Che, tra l’altro, non sembra che stia perdendo troppo tempo.

IL PORTAVOCE del comando orientale ucraino ieri ha dato notizia della liberazione del villaggio di Torske, circa 15 km a est di Lyman. E verso nord, in direzione di Zarichne, sarebbero già iniziati i primi scontri. Da lì l’obiettivo è Kreminna che in tale frangente potremmo considerare come la porta del Lugansk per gli ucraini.

E soprattutto un altro dei possibili momenti di svolta lungo il fronte est: se la riconquista di Kreminna dovesse riuscire in tempi brevi, o per lo meno prima che Mosca riesca a inviare rinforzi, i militari di Kiev avrebbero due scelte possibili, entrambe molto significative.

Potrebbero decidere di avanzare verso nord (preceduti dall’artiglieria) e tentare di liberare Svatove, o a sud-est, verso Lysychansk e Severodonetsk. Nel primo caso l’obiettivo sarebbe privare le forze russe di un fondamentale snodo ferroviario strategico, di quel centro che rifornisce di armi, cibo, carburante i soldati russi sulle rive orientali del fiume Oskil. Inoltre, otterrebbero di tagliare in due la linea di approvvigionamento est-ovest dei russi in Lugansk. Ma Svatove si trova ben oltre l’attuale linea del fronte, nelle retrovie russe.

IN QUEST’OTTICA è plausibile credere che la riconquista di Borova, avvenuta proprio ieri, dia la possibilità agli ucraini di tentare una nuova manovra a tenaglia per stringere Svatove da ovest e da sud. Nella seconda ipotesi, invece, l’importanza simbolica è evidente, ma quella tattica non è da sottovalutare. Riguadagnare una posizione così avanzata prima dell’arrivo dei rinforzi russi metterebbe gli ucraini al riparo da eventuali manovre fulminee russe.

Anche sul fronte sud ieri è stata una giornata positiva per Kiev. Diversi report parlano di un’offensiva in direzione dell’oblast di Kherson che avrebbe spinto i russi più a sud, verso il villaggio di Dudchany, lungo la sponda sinistra del fiume Dnipro, dove sarebbero già in corso degli scontri di fanteria.

Si parla di due scenari: gli ucraini potrebbero tentare di sfondare le difese russe (o di aggirarle) per lanciarsi verso Berislav, o barricarsi a Dudchany e cercare di colpire il fianco e le retrovie delle truppe in direzione di Kryvyi Rih, al fine di minacciare (anche qui) la linea di approvvigionamento russa, costringendo i reparti di Mosca a ritirarsi in posizioni più sicure.