Aveva definito Gino Strada, il fondatore di Emergency, «un amico dei dittatori», Paolo Guzzanti, e poi di era rifugiato dietro all’immunità parlamentare, approvata dalla Camera. Ma con una sentenza che alcuni potrebbero definire «anti-casta», la Corte costituzionale ha annullato la decisione dei deputati e ora l’ex presidente della commissione Mitrokhin dovrà affrontare il processo e dimostrare la veridicità dei fatti davanti al tribunale di Roma. L’aula di Montecitorio aveva deciso di salvare l’ex deputato con voto bipartisan, ribaltando la decisione dalla Giunta delle autorizzazioni che aveva precedentemente escluso che quanto scritto da Guzzanti nell’articolo pubblicato su Il Giornale il 12 marzo 2009 fosse coperto da immunità perché rientrante nell’esercizio delle funzioni parlamentari. Ma gli avvocati dello studio Fiore-De Crescienzo del foro di Roma che hanno assistito Gino Strada hanno riaperto la via per un giudizio civile. Guzzanti aveva definito Strada «politico amico di tutti i nemici dell’Occidente, degli Usa e di Israele». «Ha il piccolo difetto di schierarsi sempre con i satrapi sanguinari e assassini, ieri Saddam e oggi Omar Bashir del Sudan», aveva scritto. E poi: «Sta sempre dall’altra parte, mai una volta che lo trovassi dalla parte della giustizia, neppure quella internazionale, europea e dell’Onu».