«Piove però siamo fuori pericolo». Questo non è il Sanremo della sua renaissance, quello in cui Paola salì sul palco come appena riemersa da un’apnea in piscina e, respirando a pieni polmoni, aveva regalato a tutti la promessa che per prima aveva fatto a se stessa: Fatti bella per te. Questo è invece il Sanremo del «Magari no, non è l’ultimo ostacolo…» e anche quello di «Riusciremo a respirare nel diluvio universale». È la conferma che la grandezza passa dalla debolezza, che la vittoria non è forza ma planare in bilico sulle onde. È facile rinascere. Più difficile confermare la bellezza raggiunta. «I cambiamenti mi piacciono. E anche i rischi. Ma sono una persona anche fragile e insicura e non sempre queste caratteristiche aiutano. Resto convinta che la musica, l’arte in generale, portano in sé il senso del nuovo. Se avessi proposto per la seconda volta un pezzo simile a Fatti bella per te avrei semplicemente lavorato a un prodotto. Non m’interessa lavorare in questo modo. Resto un’idealista che ha bisogno di ispirazione».

PAOLA ha chiuso un ciclo e adesso ne comincia un altro. Con una canzone che può sembrare d’amore e che trae in inganno in un ritornello che si rompe e pare che lei non abbia la voce: «Sembra che non ci arrivi. Invece è una scelta». L’ultimo anno poteva essere meraviglioso e basta per lei. Invece la vita è proprio come le favole, o le serie tv: quando tutto va alla grande bisogna iniziare ad attrezzarsi. Quando, da adulta, ti capita per la prima volta un attacco di panico, si deve sapere che dietro l’orrore c’è una finestra di vita che si sta spalancando e spinge per farsi vedere. E sentire. «Capita di perdersi e smarrirsi- racconta Paola-non sapere più quale mano prendere per continuare a camminare. Ho imparato a meditare e a sentire la differenza tra mente e cuore. Ero soggiogata dalla mente. Ed è tornata anche qui a Sanremo, infatti, mi si è bloccato il collo e non usciva più la voce. Ma questa è la fine di quella strada. Ho sempre le mie paure ma sto bene».

A QUESTO festival senza donne: «Sono fiduciosa però che dipenda solo dalla qualità dei brani. Baglioni è una persona per bene con una sensibilità che sfiora il femminismo», ci è arrivata preparata da ogni punto di vista. Tutto è frutto di un lavoro meticoloso. Dal look (perfetto per lei) nato con lo scorso festival, con queste tutte maschili ma sexy in modo assurdo. La dieta e le regole. L’allenamento: «Mi ha preparato il mio personal trainer. Qui noi facciamo le Olimpiadi e dobbiamo essere preparati». Paola è nella sua dimensione. È libera perché ha imparato ad esserlo. È brava perché ha imparato a riconoscerselo. È splendida perché è donna. Con la d maiuscola. E lei se lo sente addosso: «È la donna che viene fuori. Forse proprio questa è l’età in cui si esprime tutta la femminilità. Quando si è giovani c’è una bellezza oggettiva poi subentra la consapevolezza di tutte le avventure e disavventure che compongono la vita. Io porto sul palco la mia fragilità, le mie paure ma anche quella fiamma che, come dice la canzone, è sempre in verticale».