La condanna della Ue e l’ironia della rete
Turchia Dopo la chiusura di Twitter da parte di Erdogan
Turchia Dopo la chiusura di Twitter da parte di Erdogan
La commissaria europea per le nuove tecnologie, Neelie Kroes, ha condannato l’annuncio del blocco di Twitter da parte della Turchia. «L’interdizione di Twitter in Turchia è senza fondamento, inutile e vile – ha scritto la commissaria proprio sul social network -. Il popolo turco e la comunità internazionale vedranno questo come una censura. Cosa che è davvero». Non sono mancate però anche iniziative sarcastiche, tese a complicare la vita al nuovo censore Erdogan. In Turchia sono stati pubblicati ovunque i sistemi con i quali aggirare il blocco, sia sui siti internet (come ha fatto il cofondatore di Twitter), sia per le strade, scrivendo sui muri i numeri dei Dns da utilizzare per superare agilmente il tentativo censorio del governo. In Turchia sono anche stati registrati siti satirici su Erdogan, prendendo come partenza le parole che lo stesso premier avrebbe detto circa il blocco: «Distruggeremo Twitter e tutto il resto». Sul sito mivitir.com ad esempio c’è un’unica frase: «Ordinaci di chiudere e noi lo faremo, padrone. Siamo pronti».
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