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La Clef, il cinema sgomberato non molla e l’acquisizione diventa più realistica

La Clef, il cinema sgomberato non molla e l’acquisizione diventa più realisticaUna foto a margine della manifestazione dopo lo sgombero

Arte e politica I proprietari incontreranno gli ex occupanti della sala parigina, Céline Sciamma nel cda del fondo creato dal collettivo

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 2 aprile 2022

Contro ogni pronostico, non tutto sembra essere perduto per il cinema La Clef. Dopo due anni e mezzo di occupazione, la sala del quartiere latino di Parigi era stata infatti sgomberata all’inizio di marzo, mettendo fine ad un’esperienza culturale stimolante e partecipata, fieramente distante dalle logiche di profitto abituali.

GIÀ PRIMA che l’intervento delle forze dell’ordine mettesse fine all’esperimento, gli occupanti avevano lanciato la proposta di acquistare collettivamente il cinema per donare un futuro ad un progetto che ha ricevuto la solidarietà di numerose figure preminenti del mondo del cinema – l’ultimo è John Carpenter, che con un divertente video sui social incita alla solidarietà nei confronti della sala, «se c’è un luogo dove vorrei proiettare i miei film è il cinema occupato e illegale La Clef» afferma il grande regista statunitense. L’idea di acquistare le mura sembrava però velleitaria, considerando che il gruppo Sos guidato da Jean-Marc Borello, leader nell’economia di assistenza in Francia vicino a Macron, aveva offerto ben 4,2 milioni di euro. Le condizioni oggi sono tuttavia cambiate, il gruppo ha deciso di non proseguire l’iter di acquisizione: «Ciò che succede a La Clef non ci riguarda più» ha affermato un portavoce. Evidentemente la forte campagna di occupanti e sostenitori ha fatto desistere Borello da un’operazione che rischiava di trasformarsi in un boomerang.

QUESTI GIORNI sono state annunciate dagli occupanti alcune importanti novità, riprese anche da «Le Monde». Il proprietario delle mura – la banca Caisse d’Epargne – ha finalmente accettato di incontrare gli occupanti, inoltre la regista di Ritratto della giovane in fiamme, Céline Sciamma, ha accettato di entrare a far parte del consiglio di amministrazione del fondo creato dal collettivo. La strada naturalmente è ancora lunga, al momento sono stati raccolti circa 125mila euro, una cifra distante da quella che può sbloccare un eventuale acquisto. Tuttavia la prosecuzione di questa esperienza sembra oggi più plausibile, anche perché nel mese intercorso dallo sgombero il collettivo non ha certo tirato i remi in barca ma al contrario, continua ad organizzare proiezioni e incontri grazie all’ospitalità di numerose sale e spazi in città. Pian piano, si sta delineando anche il progetto per una possibile Clef «del domani»: oltre ad una programmazione ideata collettivamente e proposta a offerta libera, i piani prevedono degli spazi di lavoro a tariffa sociale – studi animazione e post-produzione, sale di montaggio – per aiutare i registi ad iniziare, così come un caffè associativo come luogo di incontro e socialità.

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